giovedì 8 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - SEUL

Cosa vedere a Seul. La città più cool dell’Asia

Riflettori accesi sulla Corea del Sud per le 23esime Olimpiadi invernali, in calendario nella contea di Pyeongchang, dal 9 al 25 febbraio. Dai monti Taebaek, cornice dei Giochi, alla capitale, il passo è breve: circa 180 chilometri e ci si tuffa in una metropoli sospesa tra follie del consumismo e morigeratezza di un confucianesimo tradizionale. Ecco 12 esperienze da vivere a Seul. Dallo street food nel più grande mercato del Paese ai tour K-Pop nel quartiere Gangnam, a musei come il MMCA di Gwancheon

 

 

Un viaggio in Corea non può prescindere dalla sua immensa capitale, Seul (per gli anglofoni Seoul), anima del Paese sia per sostanza che per assonanza (la pronuncia è “soul”, come la parola inglese che significa, appunto, anima). Tuttavia Seoul è una meta perfetta anche per uno stopover, ad esempio se si è in Giappone, oppure se si ha intenzione di virare a sud, in Australia. Se il tempo è tiranno e si vogliono comunque annusare le potenzialità della città, 24 ore son buone, anche perché Seul si presenta di più facile approccio rispetto alle sue omologhe asiatiche.
Per una conoscenza più approfondita, invece, la città conduce l’ospite con gentilezza e gradualità all’interno dell’affascinante, contraddittorio e labirintico mondo coreano, di cui Seul è assieme motore e prodotto, sintesi e amplificatore. In questo senso non c’è un limite alla permanenza in una città che trova sempre il modo per stupire e che, a qualunque ora del giorno e della notte, offre sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Qui c’è tutto e il contrario di tutto. Le follie del consumismo si mischiano alla morigeratezza di un confucianesimo dedito al lavoro e al culto della tradizione. Le classiche dicotomie “tradizionale e moderno”, “orientale e occidentale”, “religioso e laico”, ancora resistono ma, più spesso, si mischiano tra loro, creando nuovi composti, strane alchimie, inimmaginabili sincretismi.

SEOUL DALL’ALTO

Per una panoramica della città non c’è posto migliore della Seoul Tower  che svetta, sulla cima del monte Namsan, a 480 metri sul livello del mare (la sola torre è alta 237 metri). Luogo sacro del romanticismo, accoglie ogni anno milioni di pellegrini da tutta l’Asia, che accorrono per vedere di persona il set di alcune delle scene della serie TV più famosa del continente, “My love from the Star”. Nella terrazza sotto la torre ci si dichiara alla propria innamorata, si serrano i lucchetti dell’amore e si scatta l’immancabile foto ricordo. Il top è andarci di sera, anche per cenare nel ristorante panoramico, con la torre completamente illuminata e le luci della città che si stendono sterminate oltre l’orizzonte.

UNA MASCHERA DI BELLEZZA A MYEONG-DONG

Milioni di donne coreane dedicano quasi un’ora al giorno per avere una pelle di seta, chiara e senza imperfezioni. Myeong-dong, movimentato quartiere dello shopping, è la Mecca della cosmesi: qui decine di shop di maschere di bellezza, uno in fila all’altro, si mischiano alle bancarelle dello street food e alle vetrine dei grandi brand internazionali, da Uniqlo a Zara. Intanto la musica rimbomba fuori dai negozi e il popolo dello shopping si mescola con commesse buttadentro e morbidi peluche a dimensione umana che inneggiano a sconti, regalano campioni di prodotto o pubblicizzano l’ultimo dog cafè aperto nella zona. Meglio andarci  nel tardo pomeriggio: più persone, più confusione, più divertimento.

LA CITTÀ DEL DESIGN

Già prima del 2010, quando Seul fu nominata Capitale Mondiale del Design, la megalopoli coreana è diventata uno dei punti di riferimento internazionale delle nuove tendenze architettoniche e artistiche del continente. Lo skyline di Seul è punteggiato da grattacieli, opere e aree progettate da architetti di fama internazionale. Ultima in ordine di tempo è la Dongdaemun Design Plaza, dalla forma atipica e l’inconfondibile tratto di Zaha Hadid. Al suo interno sale per conferenze, mostre, esibizioni, un museo del design, caffè, ristoranti e negozi aperti 24 ore.

SHOPPING NOTTURNO A DONGDAEMUN

Proprio di fronte all’opera dell’archistar anglo-irachena sorge il distretto commerciale che non chiude mai: il più grande della Corea, dove ogni notte fino alle 5 di mattina c’è qualcosa di aperto. Enormi shopping mall che si sviluppano all’interno di fiammanti grattacieli, con centinaia di piccoli negozi in cui comprare di tutto, dai vestiti alle scarpe, dalle borse all’elettronica. I più famosi? Da Il Migliore a Maxtyle, da Lotte al mall della Hyunday.

RIFUGIARSI NELLE SALE DA TÈ

Non è difficile trovare del buon caffè in Corea. Con quasi 300 punti vendita, Starbucks, l’azienda simbolo del caffè globale, rende Seul prima al mondo per numero di caffetterie dello storico marchio americano. Eppure la tradizione coreana delle sale da tè resiste anche alle spallate delle grandi multinazionali. Nel piccolo e affollatissimo quartiere di Insa-dong, tra gallerie artigiane e negozi di souvenir, se ne trovano d’interessanti. Tra queste la Sin Yetchatjip, una delle più antiche sale da tè della città, all’interno di un hanok, la casa tradizionale coreana, in fondo a un vicoletto nascosto alla confusione della via principale (33-1, Insadong-gil, Jongno-gu, Seoìul). Un’oasi magica per trovare un po’ di pace e fuggire dalla confusione del quartiere, gustando una delle diverse varietà di tè presenti nel menù.

BUKCHON, L’ULTIMO VILLAGGIO TRADIZIONALE

Per vedere con i propri occhi uno spaccato architettonico della Corea tradizionale, con i suoi 900 hanok, il Bukchon Hanok Village non è lontano dalla brulicante Insa-dong, tra i palazzi Gyeongbokgung e Changdeokgung. Luogo perfetto per vedere botteghe artigiane, sperimentare l’arte della lavorazione della ceramica o imparare a dipingere alla maniera tradizionale. Per esempio al Gaheo Minwha Museum dove la signora Yoon condurrà il curioso nei meandri delle antiche tecniche pittoriche. Di giorno il villaggio è molto frequentato ma al mattino presto e la sera diventa un’isola di quiete.