venerdì 4 maggio 2018

PARTIRIPARTI - SRI LANKA

Turismo di lusso? Il nuovo trend è lo Sri Lanka

A dieci anni dalla fine della guerra civile la "Lacrima dell'India" vive un momento d'oro: un viaggio nel paese del tè tra charme ed eleganza

 

Dopo una guerra civile durata trent’anni e lo tsunami del 2004 che ha letteralmente messo in ginocchio il Paese, lo Sri Lanka sta finalmente vivendo una situazione politica stabile e uno sviluppo economico che ha dell’incredibile. Splendida terra completamente circondata dal mare, ricca di spiagge e impreziosita dai colori rigogliosi delle piante da tè, la “Lacrima dell’India” (così chiamata per forma e vicinanza) ha definitivamente acquistato il suo spazio nei grandi itinerari turistici, alimentato dalla costruzione di hotel e resort di lusso.

La ricostruzione post-tsunami ha dato il via a un turismo più raffinato e attento all’ambiente, gli alberghi sono costruiti con materiali naturali, spesso immersi nel lussureggiante giungla o vicini alle coste. Pensate che fino al 2009, con l’industria alberghiera di lusso ancora nella sua fase embrionale, il Paese ospitava circa 450mila visitatori l’anno a fronte dei quasi due milioni del 2016.
Lo sa bene l’uomo d’affari Fernando Malik che nel 2004 acquistò in decrepito bungalow di Castlereagh sulle colline terrazzate color smeraldo nel centro sud del Paese. Nel 2005 fece la stessa cosa con altri tre bungalow, dando loro uno stile diverso, un proprio ristorante e stanze affacciate sui campi di tè. Ora Castlereagh, Summerville, Tientsin e Norword sono complessi di lusso in perfetto stile coloniale con poche stanze arredate in un mix di tradizione e modernità.

Tanti sono gli esempi di strutture diventate veri e propri resort di pregio, tappa obbligata per chi desidera vivere la penisola senza rinunciare al massimo del comfort. Romance Valley nella verdissima Nuwara Eliya, ad esempio, con le sue immense vetrate sulla giungla tropicale; l’Heritance Kandalama, disegnato dall’architetto srilankese Geoffrey Bawa, moderna costruzione con vista da urlo sul lago Kandalama; il Resort Rainforest Edge nella Riserva della biosfera e il National Heritage Wilderness con Spa, una piscina d’acqua naturale e trattamenti ayurvedici.

E ancora, sulla strada che da Kandy porta a Dambulla, gli hotel Amaya Lake e Amaya Hills, arredati in stile srilankese, con piscine e Spa; il Serene Pavillions, un boutique hotel sul mare di Wadduwa; l’Amaya Reef, sempre sul mare, ma a Hikkaduwa. Degna di nota infine la splendida Kadju House in quel di Tangalle, considerata tra le 25 più belle ville sulla spiaggia del mondo (classifica di Conde Nast Traveller).

 

giovedì 3 maggio 2018

PARTIRIPARTI - RESTORMEL CASTLE

Restormel Castle, alla scoperta del gioiello della Cornovaglia

Datato tra il XI e il XII secolo, il Restormen Castle fu casa anche del primo duca di Cornovaglia, Edoardo "il Principe Nero"

 

Nei pressi della cittadina di Lostwithiel, in Cornovaglia, il Restormen Castle è un antichissimo castello datato tra il XII e il XIII secolo. Ed è una vera sorpresa, per chi passa da queste parti.

Siamo nell’Inghilterra sud-occidentale, in quella piccola contea che è la Cornovaglia. Una regione dal clima mutevole, condizionato dai venti oceanici, dalle poche alture e dal paesaggio brullo. Tuttavia, il suo entroterra nasconde veri e propri gioielli: è annoverabile tra questi, il Restormen Castle.

Nei pressi di Lostwithiel, cittadina costruita sull’estuario del fiume Fowey (nell’era dei Normanni, per effetto del trasporto dello stagno, il suo era il secondo porto più affollato d’Inghilterra), il Restormen Castle fu realizzato tra il XII e il XIII secolo sulla cima di una collinetta. Fino al 1299 di proprietà della corona inglese, passò poi nelle mani dei duchi di Cornovaglia e fu anche residenza di Edoardo detto “il Principe Nero”.

Oggi che è di proprietà dell’English Heritage, questo castello dalla pianta circolare circondato da un fossato, può essere visitato nelle sue rovine: il suo maschio è uno tra i meglio conservati di tutta l’Inghilterra, mentre di uno dei due ponti levatoi che un tempo davano accesso alla struttura non vi è più alcuna traccia.

Coi suoi 35 metri di circonferenza, il Restormen Castle era su due piani: il piano terra adibito a magazzino e il primo piano con le sue stanze. A volerlo fu il normanno Baldwin Fitz Turstin, sceriffo di Cornovaglia, nel 1100; successivamente, al castello fu poi annessa una cappella. Nel XIII secolo fu acquistato da Riccardo, signore di Cornovaglia: fu il suo successore, Edmund, a conferire all’edificio la forma di cui oggi rimangono imponenti resti.

Trasformato da magione difensiva a residenza privata, il Restormen Castle cadde in rovina dopo la morte del primo duca di Cornovaglia, Edoardo di Woodstock, per poi essere definitivamente abbandonato prima dell’insorgere della guerra civile inglese.

Visitarlo, significa fare un salto nel passato e immergersi nella storia. Significa tornare al tempo di dame e cavalieri, immaginando come la vita qui doveva svolgersi nell’antichità. E il fatto che, per arrivarci, bisogna arrampicarsi su per quella piccola collina rende tutto ancora più magico.

 

lunedì 30 aprile 2018

PARTIRIPARTI - PLOCKTON

Plockton, il villaggio scozzese tra i più fotografati al mondo

Chi l’ha scoperto la prima volta l’ha reso talmente famoso da trasformarlo nel villaggio più famoso di tutta la Scozia

 

Affacciato su Loch Carron, in Scozia (Loch, ‘lago’), con l’oceano dietro l‘angolo e incorniciato tra le montagne, si trova il pittoresco villaggio di Plockton. Non lo si incontra lungo la strada, bisogna andarci apposta.

Nonostante sia fuori mano, chi l’ha scoperto la prima volta l’ha reso talmente famoso da trasformarlo nel villaggio più dipinto e fotografato di tutta la Scozia. Un luogo idilliaco su uno sfondo fiabesco, fatto di cottage affiancati l’uno all’altro che accompagnano la curva naturale di terra che circonda il porticciolo.

Un tempo Plockton non era così bello. C’erano solo pascoli e fattorie ed era soprannominato Baile na Bochdainn, ovvero “villaggio dei poveri”. Ma il proprietario di queste terre decise di sfruttare il potenziale del porto trasformandolo in villaggio di pescatori anziché di pastori.

Così furono costruite nuove case sul lungolago. Lo sviluppo vero e proprio del villaggio arrivò quando, alla fine del 1800, fu costruita la ferrovia di Inverness e fu aperta la stazione. Da allora iniziò a farsi conoscere, venne usato anche come set di una fiction Tv della BBC intitolata “Hamish Macbeth” e divenne il villaggio che è ora. Oggi il suo soprannome è “Gioiello delle Highlands”.

Molto meglio di quello precedente. E sono stati molti altri i film che sono stati ambientati a Plockton.
Tuttora si incontra ancora qualche pescatore, ma è il turismo la prima fonte di reddito a Plockton. Ci vivono meno di 400 abitanti: tutti gli altri sono turisti. Le estati sono affollate di visitatori che passeggiano tra i vicoli del borgo, assistono alla Plockton Regatta che si svolge alla fine di luglio o sorseggiano una pinta al tavolo di uno dei tanti bar. Chi lo desidera può noleggiare una barca o fare il giro del lago sul traghetto, può andare a pesca o fare un’escursione per cercare di avvistare le foche.

C’è anche chi lo sceglie per celebrare il proprio matrimonio. La cornice tra lago, mare e montagne è delle più romantiche. Si può affittare l’intero villaggio e scambiarsi la promessa d’amore sotto un gazebo montato al centro del giardino del Municipio. Chi preferisce un matrimonio religioso, può celebrarlo nella chiesetta del paese e chi lo vuole assolutamente originale può farlo a bordo di un’imbarcazione, magari all’ora del tramonto.

Nel frattempo il villaggio si è riempito di hotel, bed and breakfast e guest house frequentati tutto l’anno. Chi viene fuori stagione, infatti, troverà comunque tutto aperto e potrà visitare una delle fattorie rimaste o passeggiare tra i giardini lungo il lago.

Non lontano da Plockton c’è anche la cittadina di Kyle of Lochalsh, nelle Highlands occidentali, collegata tramite un ponte, lo Skye Bridge, (o anche via mare) all’Isola di Skye, con i suoi deliziosi villaggi e il suo aspro skyline. Ma questo è un altro viaggio.

 

giovedì 26 aprile 2018

PARTIRIPARTI - MADA'IN SALIHL

L’incredibile sito di Mada’in Salihl, in Medio Oriente, aprirà ai turisti

Presto sarà possibile visitare "la Petra dell'Arabia Saudita", patrimonio Unesco dal 2008

 


Viene definita “la Petra dell’Arabia Saudita” per gli straordinari capolavori intagliati nella roccia. Ma a differenza del celebre sito archeologico giordano, in pochi conoscono l’esistenza di questa meraviglia ancora inesplorata. Stiamo parlando di Mada’in Salihl, un’antica città dell’Hijaz, nella regione di Al-Ula.

Nel 2008 è stata iscritta dall’Unesco tra i patrimoni dell’umanità: il primo dell’intera Arabia Saudita. Il sito sorge in una zona rocciosa non abitata, e conta 131 tombe intagliate nella roccia. Le origini di questo luogo affascinante e importantissimo nel passato per il commercio di incenso e mirra, si perdono nei secoli. Alcune delle iscrizioni rinvenute risalgono al I millennio avanti Cristo, mentre gli elementi architetturali sono attribuiti al periodo dei Thamudeni e dei Nabatei, fra il II secolo avanti Cristo e il II dopo Cristo.

Mada’in Salihl (chiamata Hegra nell’antichità), sarebbe stata infatti la capitale del Sud del regno dei Nabatei, mentre Petra era quella a Nord. Più recentemente sono state scoperte anche delle testimonianze dell’occupazione romana, che testimonierebbero l’espansione dell’imperatore Traiano nel Medio Oriente.

Ben presto potrete avere la possibilità di visitare queste antichissime tombe. Le autorità saudite hanno infatti annunciato l’apertura del sito di Mada’in Salihl ai turisti di tutto il mondo. Una novità resa possibile grazie all’accordo firmato da Francia e Arabia Saudita, dopo la decisione del principe ereditario Mohammed Bin Salman di consentire l’ingresso nel proprio Paese ai viaggiatori con visti turistici.

Una svolta che potrebbe aprire a nuove prospettive e miglioramenti in campo ricettivo e infrastrutturale, in una zona ancora sconosciuta ai più. Per il momento il sito archeologico di Mada’in Salihl è raggiungibile solo con auto privata (oppure noleggiando una vettura con autista). Si trova circa 300 km a Nord da Medina, la grande città più vicina. Da qui servono più o meno tre ore di auto per arrivare. Ma lo spettacolo val bene l’attesa.

 

lunedì 23 aprile 2018

PARTIRIPARTI - NEPAL

Italiani pazzi per il Nepal: è la nuova meta delle vacanze

Il Nepal è da sempre considerato il Paese del trekking e del turismo d’avventura, ma non solo. Ecco perché gli italiani lo amano

 

Nel 2017 sono stati più di un milione i turisti che sono andati in Nepal, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente. Gli italiani sono passati da 9.900 a 12mila. L’obiettivo è quello di toccare la cifra record di 1.500.000 visitatori entro il 2020.

Per essere uno di quei Paesi nella lista dei posti sconsigliati dal nostro ministero degli Esteri non c’è male. Chi ci è stato sostiene che non c’è nulla da temere. È vero che l’immagine del Nepal era stata offuscata dal forte terremoto che aveva colpito il Paese nel 2015, ma grazie ai progressi in campo sociale, garantiti da una politica più stabile, si è evidentemente diffusa una percezione di maggiore sicurezza e di tranquillità che ben si affiancano alla leggendaria serenità della popolazione nepalese.

Il Nepal è da sempre considerato il Paese del trekking e del turismo d’avventura, forse è addirittura il principale hub asiatico – se non addirittura mondiale – per tutti gli appassionati di montagna. In Nepal, infatti, si trova la catena montuosa dell’Himalaya. Tre dei quattordici “ottomila” del pianeta sono sul territorio nepalese (Dhaulagiri, Annapurna e Manaslu); altri quattro sono condivisi con la Cina (Everest – la montagna più alta del pianeta –, Lhotse, Makalu, Cho Oyu) e il massiccio del Kangchenjunga è condiviso con l’India. E molte altre vette superano i 7.000 metri.

Ma il Nepal non è solo trekking. Ci sono antichi villaggi, templi e distese naturali meravigliose. Tra questi il Lago Rara, il più grande del Paese, compreso nel Rara Lake National Park, il più piccolo parco nazionale del Nepal. A un’altezza di 2.990 metri, è un’oasi di biodiversità eccezionale nonché l’habitat naturale di alcune specie a rischio come il panda rosso, l’orso nero dell’Himalaya e il leopardo.

Il Nepal è anche il Paese della spiritualità, il tema alla base del circuito buddhista che comprende Ramgram, nel cui stupa sono raccolte le reliquie del Buddha; Lumbini, il luogo di nascita del Buddha, e Tilaurakot dove lo stesso Buddha visse fino a 29 anni prima di incamminarsi in un percorso di illuminazione lontano dalle attrazioni materiali. Qui si può anche percorrere il sentiero sacro agli Hindu che la Regina Mayadevi, madre del Buddha, percorse il giorno di Luna piena del mese di Falgun portando con sé il neonato Siddharta Gautam.

Il Nepal è considerato anche la destinazione del Dharma. L’interesse crescente per alcune discipline come yoga, meditazione e la pratica delle cure tradizionali, solleticano l’interesse di molti turisti in cerca di un rifugio lontano dal disordine dei valori del mondo occidentale e una risposta ai propri interrogativi esistenziali.

Tra i progetti futuri del governo nepalese per attirare ancora più turisti c’è il potenziamento dei propri aeroporti, quello principale di Kathmandu, la Capitale, e soprattutto quelli di Bhairahawa-Lumbini e di Pokhara. Sarà anche costruito il nuovo aeroporto di Nijgad, a 175 km dalla Capitale, che si troverebbe in una condizione climatica più favorevole in quanto lontano dalle nebbie invernali che affliggono le piste di Tribhuvan.

La vocazione del Paese è verso un tipo di vacanza low cost, tanto che la città di Pokhara è stata eletta la Best Value City for Budget Travellers dalla rivista Forbes. Chi viaggia in Nepal sa di doversi adattare ad alloggi spartani e, a certe altitudini, anche di doversi fermare nei campi base dormendo nelle tende. Tuttavia in Nepal sono in costruzione anche hotel 5 stelle e 4 stelle, in grado di soddisfare le richieste dei viaggiatori più esigenti e abituati a godere di tutti i comfort. E agli italiani i lusso piace molto.

 

 

venerdì 20 aprile 2018

PARTIRIPARTI - WEEKEND IN BARCA A VELA

Weekend in barca a vela, ecco le mete irresistibili

Voglia di sole, vento e mare? Ecco le destinazioni per una vacanza in barca a vela che ti faranno sognare

 

Le vacanze in barca a vela non sono più per soli vip: basta avere voglia di sole, vento e mare… e le idee chiare sulla destinazione da raggiungere.

Una meta imperdibile in barca a vela è l’isola di Carloforte, a sud della Sardegna: un ambiente naturale ricchissimo di vegetazione mediterranea e tratti di mare dalle intense sfumature di blu. O, se preferite, potreste optare per il mare cristallino color smeraldo dell’Isola del Giglio nell’arcipelago toscano e magari spingervi poi fino a Giannutri per ammirare la sua particolare colonia di gabbiani.
Se non sapete decidere tra movida e tranquillità, un’accoppiata che mette tutti d’accordo è quella formata da Ponza e Ventotene, davanti al Golfo di Gaeta: animata e dinamica la prima, tranquilla e rilassante la seconda, ma accomunate da un mare azzurro e limpido e un paesaggio mozzafiato.

Un’idea più classica, ma che non passa mai di moda, può essere la triade formata da Capri, Ischia e Procida: veri gioielli del Mar Tirreno, con i loro scorci ormai iconici.

La barca a vela è perfetta per trascorrere qualche giorno di relax tra Stromboli, Panarea, Lipari, Vulcano e Salina: fare il bagno nelle loro calette o assistere alle piccole eruzioni dello Stromboli sarà un’esperienza indimenticabile. Sempre in Sicilia, le Egadi vi stupiranno con il loro mare blu e tratti di costa ancora inesplorati, dove la natura regna sovrana: veleggiare tra Favignana, Levanzo e Marettimo è una vera gioia per gli occhi.

Più a nord, lo spettacolo offerto dalle Cinque Terre vi lascerà senza fiato, con i suoi scorci di rara bellezza ancora più suggestivi se visti dal mare.

Ma non è solo l’Italia a offrire paesaggi da sogno: navigare nel mare cristallino della Croazia, tra le sue innumerevoli isole, sarà sicuramente un’esperienza da sogno. E perché non dirigersi verso la Costa Azzurra e quel paradiso naturale delle isole di Porquerolles? Oppure partite alla volta di Malta, dove le coste rocciose si alternano a spiagge sabbiose con profonde insenature e grotte naturali.

 

 

mercoledì 18 aprile 2018

PARTIRIPARTI - CANYONING IN UMBRIA

Canyoning in Umbria: la Forra del Casco, avventura per tutti

Chi pensa che il canyoning sia solo uno sport estremo, riservato a pochi, sbaglia. In Valnerina c’è un itinerario adatto a tutti

 

Siamo in Umbria, il cuore verde d’Italia, nella valle famosa per le Cascate delle Marmore, la Valnerina, che parte dai monti Sibillini e attraversando monti e colline arriva fino alle porte della città di Terni.

Percorrendo la Valnerina, tra i paesi di Scheggino e Ceselli, sulla destra orografica c’è una stretta valle solcata da un piccolo corso d’acqua che scende dalle colline circostanti attraversando boschi, orti e uliveti.

Ed è proprio all’inizio di questa valle laterale che abbiamo appuntamento con le guide del Centro Canyoning Natura Avventura.

Dopo i saluti di rito, ci forniscono tutta l’attrezzatura di cui abbiamo bisogno per affrontare la nostra avventura: una muta in neoprene, come quella per fare immersioni subacquee; casco; imbracatura da canyoning già pronta con moschettone, discensore a otto e longe…uno spezzone di corda con un moschettone.

Ci spiegano che c’è da fare una altro breve tratto di strada con le auto, ed poco dopo la piccola frazione di Pontuglia parcheggiamo le auto.

E’ tempo di preparare gli zaini, prendere le corde e la scorta di acqua e la nostra avventura può iniziare.

Per raggiungere l’inizio del canyon c’è da percorrere circa 40 minuti a piedi su di una vecchia mulattiera che, visto il cado di questo periodo, affrontiamo in costume da bagno e t-shirt e scarponcini da trekking!

Il percorso a piedi è panoramico e piacevole, ci da l’occasione di ammirare la valle e di capire dall’alto l’itinerario che andremo ad affrontare.

Il caldo inizia a farsi sentire, ma all’improvviso ad una curva del sentiero arriviamo ad una cascatella formata da un piccolo corso d’acqua, “le Pisciarelle” che ci permette una piacevole rinfrescata.
Poco dopo iniziamo a scendere verso l’ingresso del nostro canyon, ed una volta arrivati al torrente, non ci resta che indossare tutta l’attrezzatura e siamo pronti.

Pochi passi e siamo già al primo “salto”, è una piccola cascata, ma permette alle nostre guide di spiegarci regole fondamentali di comportamento quando si fa canyoning e farci provare l’attrezzatura che ci hanno fornito, così sotto il loro attenti occhi, capiamo quanto sia facile l’uso del discensore a otto!

Dopo poche decine di metri, la valle diventa un vero e proprio canyon largo non più di 2 metri con alte pareti scavate nella roccia.

Ora per proseguire bisogna scivolare sulla roccia levigatissima, avventurandosi in un ambiente incredibile ed affascinante.

Arriviamo alla prima e vera calata su corda, 6 metri, si fanno in fretta e si affina la tecnica che ci hanno spiegato poco prima. Ma non c’è tempo per rilassarci troppo le guide sistemano subito le corde per una nuova calata in un salto particolarmente bello che chiamano “l’orecchio” , questa volta l’altezza aumenta.

Il tratto del canyon dove siamo ora è stretto tra alte pareti a strapiombo, talmente alte che il sole fa fatica ad entrare ed illuminare, è qui che ci rendiamo conto del perché ci hanno fatto indossare le mute in neoprene.

Svoltata una stretta curva ci investe la luce del sole e il panorama si apre davanti, ma soprattutto sotto di noi.

Ancorato alla parete di roccia c’è un cavo di acciaio dove ci fanno attaccare le nostre “longe”, perché, ci spiegano siamo arrivati a “lu Casco dell’Acqua” l’alta e imponente cascata di quasi 30 metri.
Le emozioni sono tante quando rimani appeso ad una corda e piano piano inizi a calarti da simili altezze, anche sapendo di tutte le misure di sicurezza che le guide hanno preso per te.

Inizi a scendere lentamente, un po’ per l’emozione, un po’ per la paura, un po’ per l’adrenalina che ti fa rimanere concentrato. Ogni tanto l’attenzione va alla roccia dove appoggi i piedi, ogni tanto al panorama incedibile e ogni tanto alla cascata che ti scorre accanto e che a volte ti bagna con una piacevole “doccia”.

E prima di quanto avresti voluto arrivi ai piedi di questo monumento naturale, soddisfatto dell’impresa appena compiuta! Giusto il tempo di vedere i compagni come se la cavano nella discesa quindi si sistemano le corde negli zaini… una foto ricordo e si riparte, perché come ci dicono le emozioni non sono ancora finite!

Da questo punto la valle si apre di nuovo e i fianchi tronano ad essere ricoperti di vegetazione, dopo qualche scivolo si arriva ad un’altra scenografica cascata di 18 metri, ma ormai ci abbiamo preso la mano e sia noi partecipanti, che le guide, ci concediamo qualche piccolo scherzo spruzzandoci con l’acqua.

E ancora scivoli, corde e discese; la fatica inizia a farsi sentire anche se la tensione della cosa nuova ormai si è sciolta ed è rimasta solo la consapevolezza che questa incredibile avventura è giunta al termine, ed infatti siamo all’ultima discesa su corda, poi un breve sentiero in 10 minuti ci riconduce alle auto parcheggiate.

Mentre ci togliamo le mute e ci raccontiamo le emozioni della giornata appena trascorsa e ci rendiamo conto che per tutti era “la prima volta” ma ci diciamo che sicuramente non sarà l’ultima.
La bellezza e le emozioni questa giornata ci accompagneranno per molto tempo…in attesa della prossima avventura.

 

lunedì 16 aprile 2018

PARTIRIPARTI - LE SPIAGGE DELLA SICILIA TIRRENICA

Sulle spiagge più belle della Sicilia tirrenica

Dalla Riserva dello Zingaro a Scopello e Cafalù, questa parte di Sicilia offre tesori per tutti i gusti

 

Il litorale tirrenico della Sicilia, con il suo mare limpido e l’entroterra disseminato di agrumeti, uliveti, oleandri e rosmarini, ospita località incantevoli che abbinano impagabili testimonianze di un passato antico a mete enogastronomiche di sicuro interesse.

Dalla Riserva dello Zingaro a Scopello e Cafalù, questa parte di Sicilia offre tesori per tutti i gusti. Parchi naturali e riserve protette, dolci insenature sabbiose tra scogliere e faraglioni.

Il nome di Scopello deriva dal greco Skopelòs ovvero scoglio, a pochi chilomeri dalla cittadina di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. I faraglioni e l’antica tonnara, attiva fino a qualche anno fa, quando era praticata la pesca dei tonni, sono gli elementi più riconoscibili di questa nota località turistica. È un vero e proprio “museo del mare” di incomparabile bellezza, scelto anche come location da molte produzioni cinematografiche.

Ma Scopello è molto famosa soprattutto per la Riserva Naturale dello Zingaro. Appena fuori città, si incontrano 8 km di paradiso che arriva fino a San Vito Lo Capo e che viene visitato in ogni stagione da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Le sue acque limpide la rendono la prima riserva istituita in Sicilia. È ricca di piccoli sentieri, di rocce calcaree dolomitiche, di un susseguirsi di insenature, di scogli e di calette incontaminate.

L’area della riserva riveste anche notevole interesse archeologico per le importanti tracce lasciate dall’uomo, come la grotta dell’Uzzo. Nelle acque di Scopello, in certi periodi dell’anno, non è raro incontrare cetacei oceanici e osservare le evoluzioni dei capodogli. Sono però i fondali a regalare ai sub le emozioni più forti con spugne, anemoni e madrepori dai colori smaglianti.

Cefalù fa parte del Parco delle Madonie ed è inclusa tra i Borghi più belli d’Italia. È una piccola città di mare, con un pittoresco porticciolo dal quale si osserva il caratteristico fronte a mare della città murata, con gli archi che fanno da ricovero alle barche. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la provincia. Famosi sono la Calura con i suoi scogli, la torre di avvistamento degli inizi del XVII secolo e il promontorio di Santa Lucia. Oltre a essere amata da turisti italiani, sono molti anche gli stranieri, soprattutto francesi e tedeschi, che trascorrono l’estate qui.

 

giovedì 12 aprile 2018

PARTIRIPARTI - ILE DE BENDOR

L’isoletta al largo della Costa Azzurra che nessuno conosce

La minuscola Ile de Bendor si trova al largo di Bandol, tra Nizza e Marsiglia, ed è rimasta un paradiso nascosto ai turisti che ogni estate affollano la Costa Azzurra

 

Al largo della Costa Azzurra ci sono alcune isole famose che, se non le avete mai viste, vale la pena visitare. Tra le più celebri, le Iles de Lerins, di fronte a Cannes, e le Porquerolles, di fronte a Hyères. Pochi, anzi pochissimi, conoscono l’esistenza della minuscola Ile de Bendor. Questa isoletta si trova di fronte e Bandol, una località balneare a una cinquantina di chilometri da Marsiglia, più conosciuta per il suo ottimo vino prodotto nelle colline dell’entroterra che per le sue spiagge.

È proprio dal porticciolo di Bandol che ci si imbarca sul traghetto che in soli 7 minuti ci porta a Bendor. L’isola è accessibile tutto l’anno, ma è d’estate che si anima, grazie all’afflusso dei turisti che la visitano e dei pochi che soggiornano sull’isola nell’unico hotel.

Sull’Ile de Bendor non mancano piccoli cafè, ristoranti e negozi di souvenir, specie nel piccolo villaggio intorno al porto. L’intera isola è pedonale. Ci si muove solo a piedi o in bicicletta ed è quindi un vero paradiso naturale, lontano dal caos di Marsiglia, Cannes, Nizza, trafficatissime in qualunque stagione. Il periodo migliore per visitarla è la primavera, ma chi ci capita nei mesi di luglio e agosto non troverà comunque orde di turisti.

È bello passeggiare lungo i sentieri sterrati o rilassarsi su una delle calette di sabbia finissima. L’isola misura solamente 7 ettari ed è molto facile girarla.

L’isola era un approdo sicuro ai tempi dei Saraceni. Divenne di proprietà privata di un certo Conte Robert a un certo punto della sua storia. Fu più volte abbandonata, abitata e acquistata. Nel 1950 fu comprata da Paul Ricard, proprietario del liquore Ricard che si usa per preparare l’aperitivo più diffuso da queste parti, il pastis.

Ricard era un amante dell’arte e della natura e decise di trasformare l’isola in un piccolo paradiso, creando giardini di piante esotiche, facendo costruire casette colorate per i propri ospiti affacciate su splendide baie dalle acque turchesi. Ospitò anche molti artisti, tra i quali anche Salvador Dalì, che lasciarono sull’isola alcune delle loro opere tuttora visibili. Oggi l’isola appartiene ancora alla famiglia. Alcune delle casette sono state vendute e sono ora delle case vacanza (magari qualcuno le affitta anche).

Per i più curiosi, si possono visitare anche alcuni musei, come la galleria d’arte che ospita alcuni dipinti realizzati dallo stesso Paul Ricard, il Museo della pubblicità Ricard, che ripercorre la storia del marchio, e il Museo del vino con alcolici provenienti da tutto il mondo.

 

 

martedì 10 aprile 2018

PARTIRIPARTI - VIAGGI ULTRALUSSO

Ecco dove vanno in vacanza i super ricchi: le mete più cool

Le destinazioni di viaggio dei miliardari secondo Traveller Made, specializzato nei viaggi superlusso

 

Se siete fortunati li incrociate al Gate d’imbarco. Naturalmente, loro sono i primi a salire a bordo. Poi spariscono e non li vedete più. Dove vanno, cosa fanno… chissà. Stiamo parlando degli UHNWI ovvero gli Ultra High Net Worth Individuals. I viaggiatori super ricchi, in altre parole. Si rinchiudono al secondo piano della loro First Class dove possiamo solo immaginare cosa viene servito per cena e come sono trattati dalle assistenti di volo.

Spesso però i ricconi viaggiano con jet privati. Nessun orario di partenza, nessun limite di bagaglio, nessun passeggero ritardatario da attendere. Sì, perché esistono due circuiti di viaggi: i nostri e i loro.
Di solito i ricconi scelgono mete molto particolari. Dopo anni le scopriamo anche noi e le affolliamo. Nel frattempo, loro, i ricchi, se ne sono già andati da un’altra parte.

Secondo Traveller Made, specializzato nei viaggi superlusso e tailor-made (cuciti su misura), che più che dei viaggi sono delle esperienze, nel 2018 i milionari sceglieranno queste mete: al primo posto nelle destinazioni di lusso c’è il Ruanda, scelto perché qui si possono incontrare i Big Five e i gorilla, seguito da un altro Paese dell’Africa che suscita un grande fascino ovvero il Botswana dove fare i safari in una natura ancora incontaminata. E ancora, tra le scelte dei ricchi ci sono pure Zambia – tristemente famoso per le numerose riserve di caccia – e Zimbabwe dove sorvolare le Cascate Victoria in elicottero.

In questi Paesi ci sono lodge di lusso immersi nel nulla, costosissimi e con pochissime suite (o ville). Tra le nuove tendenze c’è quella di fare glamping, dormire in una tenda meravigliosa con tanto di bagno, piscina e spa che viene montata da un’intera squadra messa a disposizione nel punto più bello della savana. Scelto dal cliente naturalmente.

Oltre all’Africa, molto gettonato dai ricconi è anche lo Sri Lanka, che torna a essere una meta ottimale dove trascorrere la luna di miele. Ma non una di quelle che faremmo noi: una luna di miele incentrata sullo yoga e sulla meditazione, su cene a base di cibi vegani, bagni di sole all’ombra di palme spalmandosi di creme con fattore di protezione cento. Perché il sole, si sa, fa male ed essere troppo abbronzati è tornato a essere volgare come accadeva nel ‘700.

Supergettonati sono anche il Giappone, seguito dalle Maldive e dagli Stati Uniti. Niente Airbnb ovviamente. Solo attici di grattacieli con vista mozzafiato o water villa con servizio in camera.

Il Sudafrica, la Nuova Zelanda, la Francia, l’Australia, l’India, il Cile e la Grecia completano la classifica delle mete più richieste dai miliardari. Magari visitati a bordo di treni di lusso, di elicotteri e aerei privati, alloggiando nelle ville isolate con domestici e schiere di segretarie al seguito. Il budget per una vacanza di questo tipo? A partire da 30mila euro, almeno.

 

 

venerdì 6 aprile 2018

PARTIRIPARTI - REPUBBLICA DOMINICANA

La Repubblica Dominicana è il paradiso dei sub

Statue, formazioni rocciose e soprattutto barche: la Repubblica Dominicana è il regno delle immersioni, grazie ai suoi tanti tesori sommersi 

 

È, la Repubblica Dominicana, uno di quei luoghi che ai sub è in grado di regalare enormi sorprese e straordinarie esperienze. Perché, sotto le sue acque, ci sono dei veri e propri tesori, raggiungibili sia da sub esperti che da quelli alle prime armi. A partire dalla costa settentrionale di Puerto Plata che, con pochi minuti di navigazione, permette di raggiungere Three Rocks, uno dei punti d’immersione più famosi di tutta la Repubblica Dominicana. Siti a 9 metri di profondità, tre pinnacoli di roccia corallina si ergono su di un fondale di sabbia bianca e si lasciano lambire dai pesci damigella e dai pagri dalla coda gialla. Per un’esperienza tra gli animali e la natura.

Un’immersione adatta a tutti è anche quella che permette di raggiungere Cayos Los Siete Hermanos, i 7 isolotti formati da terreni e da sabbie di coralli soprannominati “i 7 fratelli”: nascosti a 3 metri di profondità, nella baia di Montecristi, non è necessario essere sub esperti per raggiungerli. Anzi, il luogo in cui si trovano è considerato il punto d’immersione più completo del Paese, per la ricchezza di paesaggi subacquei – che va dai fondali sabbiosi alle pareti rocciose – e per la sua posizione super favorevole, sempre riparata dai venti. Altrettanto semplice è la discesa verso il Museo Submarino Igneri Caribe Taìno, museo sommerso 3 metri sotto il mare – che, a Punta Cana, tra Playa Blanca e Playa Serena – conta 20 sculture scolpite dal celebre artista plastico Thimo Pimentel, chiamate a rappresentare l’eredità indigena della Repubblica Dominicana.

Nel Parco Nazionale di Cotubanamà, invece, l’Isola di Saona ha una superficie di 110 km2 e si raggiunge con un’escursione dalla spiaggia di Bayahibe, a La Romana. Qui, sub con diversi gradi d’esperienza, possono godere di spot straordinari: tra loto Punta Cacòn – che ha acque poco profonde e regala la vista di splendide aragoste tra le scogliere – ed El Catuano, regno degli squali gatto e delle razze.

Ci sono poi le escursioni riservate ai sub più esperti. Per la profondità a cui i relitti (naturali o artificiali) giacciono, ma anche per le correnti forti a cui sono esposti. Poco lontano da Samanà, ad esempio, c’è Piedra Bonita (anche detta “La Torre”), una delle località sommerse più affascinanti di tutta la Repubblica Dominicana. Sita a 60 metri di profondità – e proprio per questo consigliata solo ai divers d’esperienza -, è un’enorme roccia adornata da spugne, coralli e alcionacei. Infine, le navi.

La Enriquillo (RM-22), una nave lunga 44 metri e larga 10 che – donata dagli Stati Uniti alla Marina della Repubblica Dominicana nel 1980 – fu consegnata nel 2006 a Grupo Puntacana perché venisse inabissata nei dintorni di Playa Banca, a 18 metri di profondità, in un luogo esposto a correnti molto forti. Mentre, vicino alle Scogliere di Hemingway, riposa” ad una profondità compresa tra i 22 e i 34 metri la Tanya V, una nave lunga 60 metri e affondata nel 1999. Un luogo perfetto per ammirare meravigliosi coralli e spugne. Purché si sia dei sub esperti.

 


mercoledì 4 aprile 2018

PARTIRIPARTI - LANZAROTE

Scoprire Lanzarote, l’isola da sogno

L'isola di fuoco dell'arcipelago delle Canarie dove la lava incontra il mare

È uno dei posti più belli e caratteristici della Terra. È un’isola vulcanica e appartiene all’arcipelago delle isole Canarie, a circa cento chilometri dalle coste del Marocco. Lanzarote è la prima isola incontrata dalle rotte dei navigatori del passato e la prima a essere conquistata. Ma per arrivare sin qui occorre essere grandi amanti della natura e armati di santa pazienza, con tanta voglia di scoprire prima nuovi ambienti, poi se stessi.

Il clima a Lanzarote è più caldo e secco rispetto alle altre isole sorelle, a causa dei venti caldi provenienti dal Sahara che si alternano alle brezze dell’Atlantico. Né si può sperare nelle precipitazioni per un cambio climatico, decisamente poco efficaci a rinfrescare l’aria nonostante lo desiderereste tanto.

La salvaguardia dell’ambiente, la sua natura intatta, la sensazione di trovarsi in un ambiente primitivo, tutto incute una strana sensazione di mistero e di illusione. Non è un caso che quest’isola delle Canarie sia stata dichiarata dall’Unesco Riserva Mondiale della Biosfera.

Eppure non c’è una vera e propria flora: sembra più la vegetazione di un piccolo giardino, con aiuole ben curate, palme basse, tanti fiori e rari alberi secolari. Così irreale per essere un’isola nota per il suo grande impatto naturale.

Ma l’isola ha vari volti, che soddisfano tutte le esigenze del turismo balneare: dalla pianura di sabbia ai crateri delle eruzioni del 1730, dalle colline vulcaniche di La Geria ai blocchi di magma rappreso del Malpais de la Corona.

L’isola più Nord orientale dell’arcipelago spagnolo delle Isole Canarie ha una Riserva marina, un Parco nazionale e 12 spazi naturali protetti, un vero e proprio tesoro per tutti gli amanti della natura, del sole, del mare e dell’aria pura. Poi c’è la parte attrezzata, le strutture funzionali e i centri tutti ben organizzati: qui ci si può dedicare al diving e alla pesca, al windsurf e allo sci nautico, al golf e anche al tennis.

Le principali località turistiche si trovano sulla parte orientale dell’isola. Puerto del Carmen è un ottimo punto di partenza per chi voglia esplorare la parte meridionale dell’isola, in particolare il Parco Nazionale Timanfaya e la valle La Geria, la Playa Blanca e il Corralejo. Le parti di Costa Teguise, a Nord del capoluogo, sono note invece per le grotte di Jameos del Agua e Cueva de los Verdes, ma soprattutto per l’isola di La Graciosa, da raggiungere con i battelli che partono dal porticciolo di Orzola.

 

 

venerdì 30 marzo 2018

PARTIRIPARTI - I MIGLIORI VIAGGI DA FARE IN APRILE

I migliori (e i peggiori) viaggi da fare ad aprile per trovare bel tempo

L'esperto meteorologo, il Colonnello Mario Giuliacci, ci ha detto dove andare, dove non andare e anche perché

 

Ad aprile, con l’arrivo della bella stagione, si esce dal letargo in cui si tende a cadere d’inverno e torna la voglia di viaggiare. Per essere sicuri di scegliere la meta giusta dove il maltempo non possa rovinare la nostra vacanza, abbiamo chiesto consigli al nostro esperto meteorologo, il Colonnello Mario Giuliacci che ci ha detto dove andare, dove non andare e anche perché.

Giuliacci spiega che il mese di aprile è estremamente mutevole perché è equidistante da due stagioni forti ovvero dall’estate e dall’inverno. Pertanto sono possibili improvvisi rigurgiti invernali oppure improvvise fughe in avanti verso l’estate. Sconsiglia quindi di scegliere come meta delle vacanze una destinazione delle medie latitudini.

Al contrario, secondo il Colonnello è consigliabile andare nei Paesi lungo la fascia tropicale, dove il clima è idealmente più stabile. Tra le mete migliori secondo Giuliacci ci sono i Paesi affacciati sul Mar dei Caraibi, come il Messico per esempio, sulla costa affacciata sui Caraibi naturalmente.
Ma chi sceglie una delle tante isole nei meravigliosi arcipelaghi caraibici non sbaglierà di certo.

Basterà solo verificare, prima di prenotare, che le strutture turistiche scelte siano funzionanti in quanto, dopo gli uragani che hanno colpito queste latitudini nel 2017, alcune isole e alcuni resort sono ancora in fase di ricostruzione.

Ma ottime mete dove andare ad aprile sono anche i più vicini Marocco, che dall’Italia dista poco più di tre ore, o gli Emirati Arabi, raggiungibili in meno di sei ore di volo. Dalla sfavillante Dubai, con i suoi luoghi da record (grattacieli, ruota panoramica, shopping center sono i più grandi del mondo) e i suoi locali dove fare clubbing ad Abu Dhabi, l’emirato più dedito alla tradizione e alla cultura, dove visitare il nuovissimo Museo del Louvre, fino al meno noto Ras Al Khaimah, l’emirato del deserto e delle montagne, delle spiagge e dei siti archeologici dove i turisti sono ancora pochi.

Per chi vuole fare un viaggio lontano, invece, secondo Giuliacci ottimi sono anche il Cile e la Cina. Per chi ha qualche giorno in più di vacanza sono le mete perfette per partire ad aprile in quanto sono destinazioni per cui vale sicuramente la pena fare un bel tour.

mercoledì 28 marzo 2018

PARTIRIPARTI - SHELL ISLAND

Questa incredibile isola è fatta solo di conchiglie

La chiamano Shell Island ed è una piccola isola del Senegal ricoperta interamente di conchiglie

 

Joal-Fadiouth è un villaggio di pescatori del Senegal. Ma non uno come tanti. È un villaggio speciale. Si trova su una piccola isola ricoperta interamente di conchiglie e per questo motivo è chiamata anche Shell Island.

L’isola si trova al largo della cosiddetta Petite Côte ed è collegata alla terraferma da un ponte di legno lungo all’incirca 400 metri.

Per secoli gli abitanti dell’isola si sono occupati della coltura di molluschi. Una volta estratto il mollusco, la conchiglia era però di fatto inutilizzata.
Così hanno avuto la brillante idea di impiegare tutte le conchiglie raccolte per costruire case, chiese, moschee e qualunque altro edificio, per rivestire le strade e persino per decorare il piccolo cimitero.
Milioni di conchiglie sono state accumulate nel corso degli anni e ora fanno un tutt’uno con le mangrovie, le radici degli alberi e con i giganteschi baobab che le tengono insieme anche durante le grosse maree.

Quando si passeggia per le strade, le scarpe scricchiolano sotto i piedi: impossibile camminare scalzi.
Oggi gli abitanti di Joal-Fadiouth sono solo 600 circa, ma portano avanti la tradizione di raccolta dei molluschi le cui conchiglie vengono tutt’oggi conservate per costruire edifici e oggetti di uso quotidiano, tra cui i souvenir per i turisti che, incuriositi, vengono a visitare questo luogo davvero insolito.

 

 

lunedì 26 marzo 2018

PARTIRIPARTI - ECOCAMP IN PATAGONIA

Patagonia: la sistemazione più spettacolare è l’EcoCamp

Cupole completamente sostenibili, nel cuore del Parco Nazionale Torres del Paine: l'EcoCamp Patagonia è un luogo unico al mondo

 

Ci sono luoghi al mondo che trasformano l’uomo in un tutt’uno con la natura, e che permettono di vivere straordinarie emozioni. È il caso della Patagonia, regione dell’America del Sud divisa tra il Cile e l’Argentina. Famosa per luoghi enormemente suggestivi,  su tutti la Terra del Fuoco, ospita una struttura ricettiva che – da anni – risulta tra gli hotel migliori del mondo: è l’EcoCamp Patagonia.

Nel cuore del Cile, l’EcoCamp sorge nello splendido scenario naturale del Parco Nazionale Torres del Paine. Un posto spettacolare, famoso per le alte montagne, per le pampas che hanno il colore dell’oro, e per gli iceberg blu che escono dai ghiacciai. Qui vivono animali rari come i guanachi – simili ai nostri lama -, qui si possono ammirare gigantesche torri di granito dall’aspetto surreale. E, qui, sorge un resort fatto di 15 cupole geodetiche.

Considerato il 32° hotel più bello del mondo, e il 2° del Sud America, l’EcoCamp Patagonia è stato inaugurato nel 2001 da un’idea di Yerko Ivelic e Javier Lopez, i due ingegneri cileni che hanno fondato Cascada Expediciones. L’obiettivo del progetto, era la creazione di una sistemazione unica e sostenibile, nel cuore di una tra le più spettacolari e remote regioni al mondo.

L’ispirazione delle originali suite arriva dalle capanne della tribù locale dei Kaweshkar, una popolazione nomade le cui case erano “a impatto zero” e – una volta smantellate – non lasciavano alcuna traccia. Così, le cupole dell’EcoCamp Patagonia sono completamente sostenibili: sfruttano l’energia solare e quella idraulica, sono eco-friendly e permettono ai loro ospiti di vivere a pieno l’atmosfera del luogo. È il primo hotel del mondo di questo tipo.

Perfetto esempio di eco-turismo,  le cupole dell’EcoCamp ospitano viaggiatori in solitaria come coppie in cerca di una sistemazione romantica o famiglie numerose. Sono dotate di una stufa a legna a bassa emissione e di una stufa a propano in bagno, di una veranda chiusa e di una terrazza all’aperto. E sono il punto di partenza ideale per escursioni a cavallo o in bicicletta, trekking, rafting tra le rapide del fiume Maipo, safari e tour fotografici.

 

 

giovedì 22 marzo 2018

PARTIRIPARTI - MALTA

Cosa fare a Malta se si viaggia in famiglia

Malta è la destinazione perfetta per un viaggio divertente e rilassante in famiglia: ecco tutte le attrazioni da non perdere con i bambini  




Malta è diventata una delle destinazione preferite da parte delle famiglie: apprezzata sia per i paesaggi sia per i numerosi luoghi di attrazione, è una meta turistica adatta alle coppie ed alle famiglie, ma anche per i giovani, sempre più interessati alla vita notturna. Natura e storia si fondono in un binomio perfetto, garantendo al turista un’esperienza di visita completa ed entusiasmante. L’arcipelago di Malta forma, insieme a Lampedusa e a Pantelleria, un triangolo di isole mediterranee tra la costa italiana e quella tunisina; lo stato maltese è composto poi da tre isole che sono Malta, Gozo e Comino.

Spiagge e relax: la destinazione perfetta per un viaggio in famiglia

Tra le spiagge più famose di Malta c’è Paradise Beach, situata molto vicino alla cittadina di Circheva, oppure la celebrespiaggia di Rambla Bay, a Gozo, che si contraddistingue per la sua tipica sabbia rossa. Qui i bambini potranno distrarsi e rilassarsi, dedicandosi ai classici giochi estivi e godendosi dei bagni rigeneranti. A differenze di altre destinazioni turistiche, Malta non è caotica, anzi: le persone possono scegliere la propria spiaggia preferita, tra le numerose a disposizione, e godersi il mare in totale tranquillità. Inoltre c’è Comino, ultima isola dell’arcipelago, ideale se in famiglia ci sono degli amanti dello snorkeling e degli sport acquatici.

Il periodo migliore per visitare l’isola è sicuramente l’estate: le temperature infatti raggiungono i 32 gradi e il clima è caldo, ma secco. Oltre al patrimonio paesaggistico, Malta è famosa per la sua capitale, La Valletta: tra le attrazioni principali ci sono il Palazzo del Grande Maestro, la Co-cattedrale di San Giovanni, Casa Rocca Piccola, una casa del 1600 appartenuta all’ordine dei cavalieri di Malta, ed infine il Forte Sant’Elmo. Qui è possibile scoprire tanti aneddoti storici interessanti e provare alcuni dei ristoranti della città: il posto perfetto per godersi un aperitivo dopo una lunga giornata in spiaggia. Natura, cultura, buon cibo e tanto divertimento, anche notturno: questa è la ricetta magica di Malta e sempre più turisti con le rispettive famiglie hanno scelto di lasciarsi coccolare dalle bellezze uniche ed incantevoli di questo luogo dal fascino senza tempo.

 

 

martedì 20 marzo 2018

PARTIRIPARTI - TOUR IN PROVENZA

In Provenza, guida alle mete più amate

In Provenza tra le mete turistiche più amate: ecco i consigli su cosa vedere

 

Le maggiori attrattive della Provenza ripercorrono l’ambiente naturale, la cultura e la ricca storia della regione: dalle antichità romane alle abbazie isolate, dal Palazzo medioevale di Avignone, fino ad Arles e Les-Baux-de-Provence e ancora, oasi di pace, spiagge incontaminate e villaggi annidati tra i campi di lavanda, questi paesaggi hanno ispirato intere generazioni di artisti e continuano ad incantare migliaia di turisti.

In questa breve guida vi forniremo dei consigli utili e dettagliati su cosa vedere durante un viaggio in Provenza. Sia che si tratti di una settimana o di un weekend, di un tour in moto o in macchina, di un’escursione sul territorio a piedi o con una bicicletta noleggiata sul posto, la Provenza è una meta unica che vale la pena scoprire e visitare senza fretta.

Il luogo perfetto per cominciare un tour in Provenza è il meraviglioso Palazzo dei Papi ad Avignone, il più grande palazzo gotico d’Europa e dimora di sette papi che nel XVI secolo sfuggirono ai disordini religiosi di Roma. Per quasi 70 anni Avignone fu il centro religioso politico e culturale del mondo cristiano. All’interno del Palazzo è possibile visitare la Sala del tesoro, che custodiva le ricchezze papali sotto il pavimento lastricato, la Stanza del Papa che ci offre un’idea della vita al palazzo, la Stanza del Cervo, che contiene un insolito affresco con scene di caccia e pesca e la Grande Sala delle Udienze, in cui si riuniva la Corte, la severa magistratura papale, per la cause apostoliche.
Una delle attrattive naturali più suggestive della Francia è sicuramente il Grand Canyon du Verdon.

Il fiume Verdon ha creato uno spettacolare passaggio in mezzo alle montagne con gole lunghe 25 km e profonde fino a 700 metri. Un paradiso per gli amanti degli sport estremi, come il rafting, l’arrampicata e il trekking. Anche i meno sportivi possono però godere del panorama, grazie a due percorsi che costeggiano il fianco settentrionale, la Route des Cretes, e quello meridionale verso Point Sublime che regala ai visitatori una vista panoramica e vertiginosa del canyon. Per chi desidera fermarsi a pranzo durante il tour nel canyon, il piccolo paese di Trigance è un ottimo posto, mentre Castellane offre un’ampia scelta di alberghi e ristoranti.

Nella zona di Camargue, sulla riva sinistra del Rodano, si trova Arles, una città piccola e raccolta, che come altre della Provenza mostra i segni imponenti del periodo romano. Disseminati in mezzo alle strette vie si trovano i resti dell’impero, tra cui le rovine dell’Arena, in cui si svolgevano i giochi con i gladiatori. Considerato Patrimonio Mondiale dell’Unesco, oggi è il centro della Feria di Arles, la festa di Pasqua che attira molti turisti e amanti della corrida. Del Teatro Romano, considerato il cuore di Arles all’epoca dei romani, restano le due colonne del muro di scena, parti della gradinate e i mosaici sul pavimento dell’orchestra. Oggi, nelle sere d’estate ospita rassegne teatrali e musicali.

Affascinanti cavalli bianchi, tori neri e fenicotteri rosa, queste sono le immagini classiche della Camargue, un’oasi naturale di 75 mila ettari di saline, lagune e spiagge incontaminate. Il punto di partenza è la tenuta Mejane, qui si può salire sul trenino turistico e fare un giro nel sentiero che costeggia la sponda del fiume Vaccarès, o seguire il percorso in bicicletta, lungo la costa fino a la Digue à la Mer. Da non perdere la meravigliosa vista dei fenicotteri nello stagno del Parc Ornithologique du Pont de Gau o una passeggiata a cavallo nelle spiagge bianche. Assolutamente da vedere è Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, una cittadina caratteristica che nelle sere d’estate si anima di colori, vino e musica gitana.

Antica capitale della Provenza, Aix–en-Provence, oggi è una città sofisticata. Sia nelle celebri piazze che nelle strette vie del centro storico o tra le case e i palazzi d’epoca, l’atmosfera che si respira è consapevolmente elegante, ma è anche vivace e fresca. I romani la chiamarono “Aquae Sextiae”, diventato poi Aix per via delle acque termali ancora presenti. Da non perdere il corso Mirabeau, un viale alberato con eleganti palazzi rinascimentali, graziose fontane e piccoli cafè molto chic, il quartiere Mazzarin caratterizzato da palazzi settecenteschi, piccole gallerie d’arte e incantevoli negozi di antiquariato e il Museo di Granet, con una esposizione di dipinti italiani, fiamminghi e diverse tele di Cézanne.

Percorrendo in lungo e in largo i territori della Provenza, un’altra cosa da vedere è sicuramente l’Abbaye de Senanque con la sua facciata in pietra grigia che emana un’atmosfera di tranquillità e di pace e circondata dai campi viola di lavanda del Luberon. Fondata dai Cistercensi nel 1148, l’abbazia è stata per quasi quattro secoli uno tra i più importanti centri religiosi della Provenza. All’interno si possono visitare il dormitorio, con una vasta esposizione sulla storia del monastero e le tecniche costruttive dei cistercensi, e il chiostro, con le colonne decorate da intagli di foglie, fiori e viti.

Una delle mete più gettonate dai numerosi turisti è senza dubbio Martigues. Da molti considerata la “Venezia della Francia”, Martigues, estesa sul fiume Etang de Berre, si mostra ai visitatori con una serie di canali e ponti che ricordano la città italiana. Il luogo più caratteristico di Martigues è certamente l’Isola di Bresson, antico porticciolo di pescatori, con le classiche case colorate che al tramonto si specchiano sull’acqua, e il canale di San Sebastian, da tempo fonte di ispirazione per molti pittori francesi. Percorrendo il canale si trova la Chiesa di Santa Maddalena, in stile corinzio. Oltre il canale, ci sono alcune piazzette dove i turisti possono trovare un po’ di relax nei numerosi bar e ristoranti all’aperto.

Arroccato in modo spettacolare su una rupe a sud di Avignone e a nord-est di Arles, Les-Baux-de-Provence è tra i paesi fortificati più scenografici. Le rovine del Chateau des Baux incoronano il paese e le sue mura risalgono al X secolo a.C., quando si stabilì il primo signore di Braux, mentre la torre che appare il lontananza e sorveglia l’ingresso alla città è stata aggiunta nel XIV secolo. Per gli amanti delle passeggiate la vicina valle offre un impressionante luogo ricco di strapiombi e abitazioni disabitate. Vi consigliamo una visita al villaggio scavato sulla roccia e alla chiesa di Saint-Vincent dalla cui terrazza panoramica si gode una vista meravigliosa sulla valle ricoperta di ulivi.

 

venerdì 16 marzo 2018

PARTIRIPARTI - PASQUA CON BAMBINI

Vacanze di Pasqua con i bambini: le mete giuste, tra parchi, musei e castelli

Un long weekend per partire con tutta la famiglia o anche solo per una gita fuoriporta. Tra il 30 marzo e il 2 aprile, non mancano le iniziative per divertirsi in compagnia dei più piccoli. Ecco cosa non perdere, dai borghi e con i"mostri" della Tuscia all'incontro ravvicinato con i pinguini a Genova. Dalla caccia al tesoro al Castello di Gropparello alle uova giganti di Innsbruck


Conoscere vecchie civiltà, immergersi in borghi medievali, andare alla scoperta delle specie animali, stimolare l’immaginazione e i sensi, tra gusto e arte, divertirsi a decorare le uova o cercarle in una caccia al tesoro dal sapore magico. Gite fuoriporta, cose da fare in città e una meta oltre confine. Ecco le idee per le vacanze di Pasqua con i bambini all’insegna della scoperta.

PASQUA CON I BAMBINI NELLA TUSCIA

In provincia di Viterbo e non lontano da Roma, ecco l’itinerario perfetto per immergersi nella civiltà Etrusca, grazie al patrimonio archeologico e naturale della Tuscia. Partendo da Civita Castellana si possono raggiungere le rovine della città millenaria di Falerii Novi. Ai bambini piacerà in modo particolare il Parco dei Mostri, a Bomarzo, dove tra muschi e alberi secolari si nascondono statue di animali mitologici, divinità e mostri scavati nella pietra vulcanica. Proseguendo verso il lago di Bolsena, sulla cima di un promontorio della Valle dei Calanchi c’è Civita di Bagnoregio, un borgo unico, raggiungibile unicamente a piedi tramite uno spettacolare ponte lungo 200 metri.

PASQUA A MILANO CON FRIDA

In occasione della mostra Frida Kahlo. Oltre il mito, dal 29 marzo al 1 aprile il Mudec di Milano organizza #Calaveras, un laboratorio creativo dove i bambini dai 6 agli 11 anni potranno trasformarsi in artigiani messicani. Una festa fatta di colori e creatività, come l’artista che l’ha ispirata.

PASQUA CON I BAMBINI A GENOVA: DIETRO LE QUINTE DELL’ACQUARIO

Nei fine settimana, compresi i giorni di Pasqua, l’Acquario di Genova organizza due visite guidate: “A tu per tu con i pinguini” e “Dietro le quinte”. Percorsi guidati da un esperto per andare alla scoperta delle due specie di pinguini presenti nella struttura, partecipare alla preparazione e al momento della distribuzione del cibo all’interno della vasca delle foche, potersi addentrare con il biologo dietro le vasche, nei laboratori, per comprendere a pieno tutto le attività dell’Acquario dove da alcune settimane è nato nuovo un cucciolo, un piccolo lamantino.

PASQUETTA A IMPERIA: CACCIA AL TESORO AL MUSEO DELL’OLIVO

Il giorno di Pasquetta, a Imperia, porte aperte ai bambini per una caccia al tesoro dal sapore diverso. All’interno degli spazi del Museo dell’Olivo Carlo Carli potranno correre alla ricerca di indizi e sperimentare i sensi dell’olfatto e del gusto nel LaboratOLIO, uno spazio pensato per insegnare ai più piccoli la storia dell’albero di olivo.

IN GITA AL CASTELLO DI GROPPARELLO

L’1 e il 2 aprile, al Castello di Gropparello (PC), i bambini diventeranno piccoli cavalieri pronti ad aiutare Mago Merlino in una magica caccia all’Uovo del Drago nel suggestivo Parco delle Fiabe. Un’attività all’aria aperta da svolgere nelle valli che circondano il castello medievale, il primo parco emotivo d’Italia, dove rivivere leggende, imparare divertendosi e vivere fantastiche avventure fuori dal nostro tempo.

PASQUA CON I BAMBINI A CESENATICO: TRA RELAX E FARFALLE

Il Batani Select Hotels organizza due giornate speciali al Grand Hotel da Vinci di Cesenatico. Il programma prevede, oltre alla piscina riscaldata e all’animatrice a disposizione dei piccoli (mentre i genitori si rilassano alla Spa), Decorazione e laboratorio Uova Magiche il 31 marzo alle ore 16 e Caccia alle uova in giardino il 1 aprile alle 10. Sempre il giorno di Pasqua, alle ore 16, visita organizzata alla Casa delle Farfalle di Milano Marittima, una serra di 500 metri quadrati dove è stata ricostruita una grande foresta tropicale. Qui vivono centinaia di farfalle, fiori, ficus e banani ma non solo, nella Casa degli Insetti i bambini si divertiranno a scovare grilli, mantidi, insetti stecco e coleotteri.

FUORIPORTA IN AUSTRIA: WEEKEND DI PASQUA A INNSBRUCK

Il capoluogo del Tirolo è la meta perfetta per entrare a pieno nelle tradizioni di questo periodo dell’anno, i bambini resteranno a bocca aperta davanti alle uova di Pasqua giganti che colorano la città. Dal 22 marzo al 2 aprile nella piazza dove si affaccia il Tettuccio d’oro, simbolo di Innsbruck, si può passeggiare tra le bancarelle del Mercatino di Pasqua animato da bande musicali, danze, gruppi in costume e laboratori dove i più piccoli possono costruire decorazioni pasquali e primaverili. La domenica di Pasqua è prevista la caccia alle uova. E per spiegare ai bambini perché a Pasqua si regalano le uova si possono visitare l’esposizione Il coniglio e le sue uova, aperta da febbraio ad aprile, e la mostra Più furbo del coniglio Pasquale, aperta all’8 marzo al 22 aprile 2018, per scoprire tutti i segreti del dono più goloso che c’è.








 

mercoledì 14 marzo 2018

PARTIRIPARTI - LE 10 METE LOW COST

Le (insospettabili) destinazioni low cost da non perdere

I consigli di Partiriparti per i prossimi viaggi, dove spendere poco e trovare meraviglie inaspettate

 

Molte città si rivelano delle vere scoperte, con luoghi storici da visitare, quartieri vivaci da frequentare ed eventi che richiamano una gran folla. Spendendo poco per il volo e, il più delle volte, anche per il soggiorno. Allora, perché non andarci subito? Partiriparti ha selezionato alcune destinazioni fuori dalle solite rotte, raggiungibili con voli low cost.

Saragozza, Spagna

È una delle città più interessanti del Paese. L’influenza araba, i ponti meravigliosi sull’Ebro, la gastronomia (cucinano la carne di toro, buonissima), la zona nuova con architetture incredibili che hanno realizzato per l’Expo la rendono una delle mete più interessanti da visitare. Specialmente se si va durante la festa del Pilar che si tiene dal 7 al 15 di ottobre.

Larnaca, Cipro

Si atterra praticamente in città. Il mare è stupendo, costo della vita contenutissimo ed è perfettamente collegata sia che si voglia visitare la sponda greca dell’isola sia che si voglia provare il brivido di passare il confine e avventurarsi su quella turca.

Cracovia, Polonia

È una città austera eppure è coloratissima. Se la Cracovia contemporanea è una città dinamica e in continuo divenire, la città vecchia sembra essere rimasta sospesa nel tempo.

Siviglia, Spagna

È la città più culturalmente ricca della Spagna meridionale, i suoi monumenti arabeggianti sono da mille e una notte. Da vedere sicurante la cattedrale e il Real Alcazár. Il clima è bello tutto l’anno, si mangia bene e si beve ancora meglio. Spendendo pochissimo. Da qui si parte per il tour dell’Andalusia e dei suggestivi villaggi bianchi.

Göteborg, Svezia

È la seconda città del Paese dopo Stoccolma. Il suo centro storico, Haga, è un dedalo di viuzze in cui perdersi. Se fa freddo ci si può riparare nei musei ricchi di opere d’arte da ammirare. Se vi affascina la storia vichinga, c’è la Barken Viking, un grande veliero attraccato al porto. E se avete letto i romanzi di Camilla Läckberg (La principessa di ghiaccio, per esempio) potete ritrovare i luoghi a cui la scrittrice si è ispirata.

Liverpool, Inghilterra

Nella città dei Beatles, il turismo legato al mito dei Fab Four rappresenta quasi un terzo del business cittadino. Girare per i vicoli intorno al Cavern club, o approfittare dei tour (in bus o in taxi) nei luoghi beatlesiani è un’esperienza decisamente affascinante per gli appassionati. Particolarmente grazioso il sobborgo di Woolton, dove c’è ancora il cancello di Strawberry Field. Ma Liverpool è anche una città con una storia portuale, industriale e post industriale di grande impatto, che conserva il fascino decadente tipico di alcune zone del Nord dell’Inghilterra. Merita una visita la lugubre eppur fascinosa cattedrale anglicana, la quinta più grande al mondo.

Bordeaux, Francia

Sinonimo di buon vino, di recente è stato aperto anche il museo a lui dedicato, la Cité du Vin. È una città davvero sorprendente e ricca di luoghi da vedere: a partire dal Mirroir d’Eau, la più grande superficie riflettente in Europa, la maestosa torre Pey Berland e la città vecchia. Approfittate per fare anche un giro in barca sulla Garonna.

Sofia, Bulgaria

È una meta low cost e una città estremamente gradevole, ma pochi sanno che è la terza città più antica d’Europa, dopo Atene e Roma. Si può partire da una semplice passeggiata lungo il Viale Vitosha e poi fermarsi ad ammirare le chiese ortodosse e non. Ne resterete estasiati.

Nantes, Francia

Questa città ha dato i natali a Jules Verne. I suoi progetti fantasiosi possono essere ammirati a Les Machines de l’île, un luogo dove ci sono gigantesche macchine metalliche a forma di elefante, calamaro, serpente. Ma, all’imbocco della Loira, è qui che si può visitare il primo dei famosi castelli francesi.

Valencia, Spagna

In questa città antico e moderno si combinano perfettamente. Il centro storico fatto di vicoli stretti è pieno di locali e ristoranti che servono la vera paella valenciana. Chiese, antichi palazzi e mercati sono imperdibili. Poi c’è la Città delle Arti e delle Scienze con i suoi edifici moderni ideati da Santiago Calatrava perfetti per grandi e piccini. E infine c’è una gigantesca spiaggia che ogni estate attira migliaia di turisti.

Bristol, Inghilterra

Ha una lunga storia legata al mare ed è famosa per il suo ponte sospeso. Alcuni eventi annuali attirano molti turisti, come il festival delle mongolfiere e la musica underground, in particolare il genere trip-hop. È anche un ottimo punto di partenza per visitare la Cornovaglia.

Tolosa, Francia

La città occitana affacciata sulla Garonna ha ricevuto l’appellativo di Città Rosa per via del colore dominante dei suoi antichi edifici. Il lungofiume è pieno di locali, ma si può anche passeggiare lungo il Canal du Midi che collega l’Oceano Atlantico al Mar Mediterraneo o navigarlo. È anche una delle tappe francesi del cammino verso Santiago de Compostela.

Alicante, Spagna

La sua spiaggia attira ogni estate tantissimi turisti dove le temperature altissime di queste latitudini sono mitigate da un vento splendido. Bello il Castello di Santa Barbara che domina la città e anche il Museo archeologico. Si mangia un ottimo torrone, da portare a casa come souvenir.

 

lunedì 12 marzo 2018

PARTIRIPARTI - ALGERIA

Il più bel deserto è quello dell’Algeria: ecco perché andare

C’è una porzione del deserto del Sahara che si trova in Algeria: è il più affascinante da visitare, scopriamo perché.

 

Se siete appassionati di deserto e, nella fattispecie, del deserto del Sahara, un luogo da visitare assolutamente è l’Algeria. Oltre a essere un posto incantevole, il deserto algerino stordisce per la sconvolgente bellezza e la forza delle emozioni che trasmette.

Una delle prime sensazioni che si provano nell’attraversare questo luogo magico è quella di pace e di arresto del tempo: nel deserto dell’Algeria il ritmo è lento, quasi immobile.

Il deserto assume caratteristiche diverse a seconda della zona: dalle pietre dell’Atlante Sahariano alle dune sabbiose man mano che ci si avvicina verso il centro. A sud est, al confine con la Libia, c’è la catena montuosa del Tassili n’Ajjer, al cui interno vi è un Parco nazionale, considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il punto più alto della catena è il monte Afao, alto 2158 metri. Il Tassili n’Ajjer è ricco di arte preistorica, con circa 15.000 tra pitture e incisioni rupestri. Questa zona è particolare per la presenza di una folta vegetazione e comprende le rarissime specie del mirto sahariano e del cipresso del Sahara.

La zona di Tikobaouine è tra le più affascinanti, con le sue rocce modellate dal vento nelle forme più disparate.

Nella parte centrale, che va dall’oasi di Djanet a Tamanrasset, troviamo delle grotte anch’esse con opere rupestri risalenti alla preistoria, guglie di roccia, le dune rosa dell’Erg d’Admer e le dune dell’Erg Tihoidaine, che cambiano colore a seconda dell’ora del giorno.

La regione dell’Hoggar trasmette sensazioni molto forti, con i suoi altissimi picchi vulcanici e le piscine naturali tra le rocce, dove i tuareg si riforniscono d’acqua.

Le temperature in estate sono altissime: di giorno oscillano tra i 46°C e i 51°C, le precipitazioni sono quasi inesistenti. Va da sé che il periodo migliore per visitare il deserto algerino è l’inverno, da dicembre a febbraio: nonostante il grande freddo notturno, di giorno si trovano temperature decisamente più piacevoli. Per la parte settentrionale, è preferibile scegliere mesi primaverili o autunnali.

Il deserto dell’Algeria è questo: un museo a cielo aperto che cambia continuamente, nel giro di pochi chilometri ci si trova di fronte a paesaggi affascinanti e spaventosi allo stesso tempo e si torna a casa con un bagaglio di emozioni indescrivibili.

 

 

giovedì 8 marzo 2018

PARTIRIPARTI - A DUBLINO PER SAN PATRIZIO

A Dublino per il St Patrick’s Day: le meraviglie a meno di un’ora dalla capitale

Un insolito weekend in Irlanda per riscoprire Dublino e le attrazioni più belle a mezz'ora dal centro storico, da raggiungere tranquillamente con i mezzi pubblici. Dal molo di Dun Laoghaire a Dalkey e Killiney, da Howth a Malahide, un viaggio tra villaggi costieri, prati verdi, le pecore, il mare blu. Con tutte le dritte per mangiare e dormire



"Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano” diceva il poeta Yeats. Chissà quale parte della sua Irlanda aveva in mente quando scriveva così. Forse proprio Dublino con la sua St Patrick’s Church, il Trinity College o il quartiere Temple Bar o forse, invece, dei suoi dintorni. A volte della capitale dell’Irlanda ci si dimentica di luoghi appena poco più lontani dal centro, ma facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, che lasciano i visitatori immergersi in un’atmosfera irlandese autentica.

ST PATRICK’S DAY: I FESTEGGIAMENTI A DUBLINO

Il patrono del Paese si celebra il 17 marzo, ma a Dublino si festeggia per 5 giorni (dal 15 al 19 marzo), non c’è migliore occasione allora per volare qui, immergersi nel clima di festa e poi lasciare la city per entrare nella vera vita irlandese.
La parata del St Patrick’s Day di quest’anno (sabato 17, ore 12) ha come tema Home is where the heart is e vuole promuovere l’inclusione, l’integrazione e celebrare la diversità. Ogni giorno la città alle 6 di sera si illuminerà di verde, il colore di San Patrizio. Gli eventi in città si moltiplicano, sul sito stpatricksfestival.ie sono suddivisi per giornata, ci sono i tour organizzati speciali della Guinness Storehouse, mostre fotografiche, proiezioni di film

DUBLINO E DINTORNI: COSA VEDERE IN UN TOUR FUORI DAL CENTRO

Ma se Dublino l’avete già visitata organizzate un tour dei suoi dintorni tra baie, castelli e natura selvaggia. Se un tempo i villaggi costieri attorno alla città erano abitati dai pescatori o dalle famiglie oggi, pur rimanendo molto tranquilli, sono diventati casa di molti irlandesi. Con l’arrivo di multinazionali e compagnie tech gli affitti della città sono saliti troppo così anche i giovani e le coppie si sono spostati lungo la costa o appena nell’entroterra. E ora che ci sono, anche potendo, non tornerebbero indietro. Ed è facile capire perché.
In 15 minuti di treno (Dart) viaggiando verso sud di Dublino si raggiunge il molo di Dun Laoghaire per una breve passeggiata. I moli (occidentale e orientale), costruiti in granito, risalgono all’epoca vittoriana e avevano lo scopo di offrire riparo alle navi durante le tempeste. Data la vicinanza con la città si può anche valutare l’idea di dormire qui per poi spostarsi con il treno. Il Tara Hall è un bed&breakfast (doppia da 95 €) ricavato in una casa risalente al 1780. Nel 1867 il poeta G. Bernard Show frequentò qui la scuola e più tardi questa dimora divenne la residenza di un altro poeta: William Monk Gibbon, cugino di W.B. Yeats con il quale – si dice – giocasse a carte proprio nel soggiorno. Vicinissimo alla stazione, dal Tara Hall si può partire per un’escurisione a Dalkey e Killiney, qualche chilometro ancora più a sud.

COSA FARE A DALKEY E KILLINEY

Con calma, ed è questo lo spirito con cui muoversi in Irlanda, ci vorrà una giornata per la visita di questi due paesi. Dalkey nel Medioevo era uno dei porti più importanti di Dublino, oggi è molto più tranquillo e qui vivono molti personaggi famosi come Bono e The Edge degli U2, Neil Jordan ed Enya. Potreste trovarli al pub Finnegan’s, non stupitevi qui le star girano indisturbate.
Molte delle vie hanno nomi mediterranei: dalla stazione di Dalkey si imbocca la Sorrento Road verso l’omonima Terrace, da qui si prosegue la passeggiata lungo la costa. Dalla cima la vista sulla baia è incantevole e i nomi italiani sono proprio un omaggio irlandese alla baia di Napoli. Discendendo la collina si passa davanti alle cave di granito (quello usato per il molo di Dun Laoghaire) e magari a qualche alpinista che si arrampica. Alzando lo sguardo al cielo si potrebbe vedere invece qualche parapendio in volo.
Arrivando a Killiney c’è una sola scelta possibile: sedersi in un pub. Due indirizzi da segnarsi? Tower Tea Rooms o Druid’s Chair.

DUBLINO E DINTORNI: IN TRENO VERSO HOWTH

A nord di Dublino il panorama diventa più selvaggio, a circa 20 minuti di treno si incontra Howth, un villaggio esposto su una costa rocciosa con un bellissimo faro. Fuori dalla stazione inizia un percorso di trekking (servono scarpe adatte) che segue la costiera sul lato est del promontorio di Howth. Durante la passeggiata si avvistano le rovine di St Mary’s Abbey (XV secolo) ma è soprattutto la vista sulla baia di Dublino, verso sud, e sulle Morne Mountains, verso nord, che spingono anche il turista più pigro a proseguire. Quando ci si sarà abituati ai panorami romantici, il paesaggio stupirà nuovamente, cambiando completamente: il sentiero virando verso l’entroterra conduce a una distesa di ginestre, eriche, felci, budleia e fucsia sorvolata da uccelli marini e farfalle.
A Howth si trova anche uno dei pub più famosi della città: l’Abbey Tavern, aperto dal XVI secolo! Andarci è un obbligo e magari si ha la fortuna di assistere a uno spettacolo di danze tradizionali irlandesi. Cercando un posto più tranquillo o per gli amanti del pesce è Aqua il ristorante dove sedersi per un pranzo o una cena con vista: situato sulla porte ovest del molo, le vetrate della sala guardano al porto di Howth. Decisamente romantico.

FUORIPORTA A MALAHIDE: IL FASCINO DELLA CAMPAGNA IRLANDESE

Con un altro breve tragitto di Dart si raggiunge Malahide, un villaggio residenziale con un piccolo centro con bar e negozi, una lunga passeggiata sulla costa e un castello. Specialmente nel weekend la strada costiera si riempie di persone, il percorso è molto bello e quando la marea è bassa, si scopre una lunga e larga spiaggia dove gli irlandesi amano godersi i raggi di sole (quando ci sono). Ma il vero centro di Malahide è il castello del XII secolo che per 800 anni appartenne alla famiglia Talbot, ora al suo interno c’è Avoca, marchio molto amato dagli irlandese con un negozio di abbigliamento e arredi per la casa, un ristorante self service e una piccola bakery con torte dolci e salate buonissime, da smaltire con una camminata alla scoperta del parco di 8 ettari.
Malahide accontenta l’idea che tutti abbiamo della campagna irlandese con i prati verdi, le pecore, il mare blu e la roccia grigia a strapiombo. Sicuri di voler tornare in città per dormire? Perché non immergersi nell’atmosfera georgiana dormendo al The Grand Hotel (doppia da 140 €)? Domani è un altro giorno e per tornare al St. Patrick’s Festival c’è tempo…




 

 

martedì 6 marzo 2018

PARTIRIPARTI - MANCHESTER PER TUTTA LA FAMIGLIA

Vacanze in famiglia a Manchester, la città inglese a misura di bimbo

Cosa fare a Manchester città per il divertimento dei più piccoli. Tante le opportunità dal Museo della scienza e dell’industria al Legoland Discovery Center

 

Il Museo della scienza e dell’industria, poi la Play Factore il grande centro per i giochi e il Legoland Discovery center: Manchester, nel nordovest del Regno Unito, è una città bella, vivace, in continua evoluzione e adatta anche per il divertimento dei più piccoli. Manchester è una città profondamente legata alla scienza e all’industria. Dal primo mulino e microcomputer a vapore al lavoro pionieristico condotte nell’ateneo locale, l’innovazione è la linfa vitale della città.

Basato sul sito della più antica stazione ferroviaria passeggeri del mondo, il Museo della scienza e dell’industria di Manchester è veramente un museo per tutti. I bambini, grandi e piccoli, saranno affascinati dalle mostre pratiche, mentre l’enorme collezione di veicoli d’epoca e macchinari storici si rivelerà avvincente e le sale di avvistamento piene di enormi macchine a vapore in azione sono un’esperienza indimenticabile.

Le mostre permanenti di questo bel museo permettono di scoprire come la rivoluzione industriale iniziò a Manchester e trasformò le città della Gran Bretagna e le vite dei suoi abitanti. Il Museo della scienza e dell’industria ospita anche mostre speciali ed è spesso un punto di sosta per le attrazioni turistiche a livello mondiale.

C’è tanto da offrire alle famiglie al Museo della scienza e dell’industria di Manchester: incontrare personaggi storici, assistere a dimostrazioni di macchinari originali, fare un giro in treno dietro una locomotiva a vapore, partecipare a workshop pratici e molto altro. Il museo è un’ottima destinazione anche per gruppi numerosi e offe una pianificazione degli itinerari su misura ed è accessibile a persone a ridotta mobilità.

Play Factore è il principale centro di intrattenimento per famiglie di Manchester e del Regno Unito, con strutture per bambini da 6 mesi a 16 anni. Si tratta di un’arena di intrattenimento per famiglie con tantissime attrazioni uniche, dove i genitori possono giocare con i bambini con attrezzature per tutte le età. Si trova accanto al Trafford Centre di Manchester, nella periferia ovest della città, e consente di trascorrere un’intera giornata in famiglia, fare shopping e divertirsi.

L’area di Play Factore è progettata, costruita e strutturata appositamente per fornire un’ideale ambiente di gioco. Qui ci sono lo scivolo indoor più alto d’Europa, un’altalena completa al laser e una pista go kart. Spazio anche al gigantesco campo giochi e a sessioni di danza. Nella pizzeria caffetteria italiana tutta la famiglia potrà gustare cibo fresco. I requisiti dietetici sono soddisfatti così come le opzioni kosher e halal.

Manchester regala altre sorprese per le famiglie e i turisti in città, come il Legoland Discovery Center con emozionanti attrazioni al coperto tutte basate sul mattoncino più famoso al mondo che offre un’esperienza divertente altamente interattiva ed educativa ideale per i bimbi di 3-12 anni. Si potranno raggiungere e toccare stelle del cinema in 4D, imparare i segreti migliori delle costruzioni e divertirsi su un’emozionante corsa interattiva o vedere i monumenti del mondo in miniatura.

C’è infine il polmone verde dell’Heaton Park di Manchester, nella zona nord della città. Con bambini e ragazzi potrete fare una passeggiata nel parco e trascorrervi un’intera giornata grazie ai giochi e alle attrazioni per tutte le età. Visitate le aree giochi, i caffè, il centro animali, il museo dei tram, i campi da bocce e da golf oppure cimentatevi nell’equitazione. Ogni anno qui si tengono concerti all’aperto, spettacoli e opere teatrali. Non perdetevi gli interni restaurati di Heaton Hall per vivere un assaggio del XVIII secolo con collezione di mobili, strumenti musicali e recital nella Music Room.