lunedì 30 aprile 2018

PARTIRIPARTI - PLOCKTON

Plockton, il villaggio scozzese tra i più fotografati al mondo

Chi l’ha scoperto la prima volta l’ha reso talmente famoso da trasformarlo nel villaggio più famoso di tutta la Scozia

 

Affacciato su Loch Carron, in Scozia (Loch, ‘lago’), con l’oceano dietro l‘angolo e incorniciato tra le montagne, si trova il pittoresco villaggio di Plockton. Non lo si incontra lungo la strada, bisogna andarci apposta.

Nonostante sia fuori mano, chi l’ha scoperto la prima volta l’ha reso talmente famoso da trasformarlo nel villaggio più dipinto e fotografato di tutta la Scozia. Un luogo idilliaco su uno sfondo fiabesco, fatto di cottage affiancati l’uno all’altro che accompagnano la curva naturale di terra che circonda il porticciolo.

Un tempo Plockton non era così bello. C’erano solo pascoli e fattorie ed era soprannominato Baile na Bochdainn, ovvero “villaggio dei poveri”. Ma il proprietario di queste terre decise di sfruttare il potenziale del porto trasformandolo in villaggio di pescatori anziché di pastori.

Così furono costruite nuove case sul lungolago. Lo sviluppo vero e proprio del villaggio arrivò quando, alla fine del 1800, fu costruita la ferrovia di Inverness e fu aperta la stazione. Da allora iniziò a farsi conoscere, venne usato anche come set di una fiction Tv della BBC intitolata “Hamish Macbeth” e divenne il villaggio che è ora. Oggi il suo soprannome è “Gioiello delle Highlands”.

Molto meglio di quello precedente. E sono stati molti altri i film che sono stati ambientati a Plockton.
Tuttora si incontra ancora qualche pescatore, ma è il turismo la prima fonte di reddito a Plockton. Ci vivono meno di 400 abitanti: tutti gli altri sono turisti. Le estati sono affollate di visitatori che passeggiano tra i vicoli del borgo, assistono alla Plockton Regatta che si svolge alla fine di luglio o sorseggiano una pinta al tavolo di uno dei tanti bar. Chi lo desidera può noleggiare una barca o fare il giro del lago sul traghetto, può andare a pesca o fare un’escursione per cercare di avvistare le foche.

C’è anche chi lo sceglie per celebrare il proprio matrimonio. La cornice tra lago, mare e montagne è delle più romantiche. Si può affittare l’intero villaggio e scambiarsi la promessa d’amore sotto un gazebo montato al centro del giardino del Municipio. Chi preferisce un matrimonio religioso, può celebrarlo nella chiesetta del paese e chi lo vuole assolutamente originale può farlo a bordo di un’imbarcazione, magari all’ora del tramonto.

Nel frattempo il villaggio si è riempito di hotel, bed and breakfast e guest house frequentati tutto l’anno. Chi viene fuori stagione, infatti, troverà comunque tutto aperto e potrà visitare una delle fattorie rimaste o passeggiare tra i giardini lungo il lago.

Non lontano da Plockton c’è anche la cittadina di Kyle of Lochalsh, nelle Highlands occidentali, collegata tramite un ponte, lo Skye Bridge, (o anche via mare) all’Isola di Skye, con i suoi deliziosi villaggi e il suo aspro skyline. Ma questo è un altro viaggio.

 

giovedì 26 aprile 2018

PARTIRIPARTI - MADA'IN SALIHL

L’incredibile sito di Mada’in Salihl, in Medio Oriente, aprirà ai turisti

Presto sarà possibile visitare "la Petra dell'Arabia Saudita", patrimonio Unesco dal 2008

 


Viene definita “la Petra dell’Arabia Saudita” per gli straordinari capolavori intagliati nella roccia. Ma a differenza del celebre sito archeologico giordano, in pochi conoscono l’esistenza di questa meraviglia ancora inesplorata. Stiamo parlando di Mada’in Salihl, un’antica città dell’Hijaz, nella regione di Al-Ula.

Nel 2008 è stata iscritta dall’Unesco tra i patrimoni dell’umanità: il primo dell’intera Arabia Saudita. Il sito sorge in una zona rocciosa non abitata, e conta 131 tombe intagliate nella roccia. Le origini di questo luogo affascinante e importantissimo nel passato per il commercio di incenso e mirra, si perdono nei secoli. Alcune delle iscrizioni rinvenute risalgono al I millennio avanti Cristo, mentre gli elementi architetturali sono attribuiti al periodo dei Thamudeni e dei Nabatei, fra il II secolo avanti Cristo e il II dopo Cristo.

Mada’in Salihl (chiamata Hegra nell’antichità), sarebbe stata infatti la capitale del Sud del regno dei Nabatei, mentre Petra era quella a Nord. Più recentemente sono state scoperte anche delle testimonianze dell’occupazione romana, che testimonierebbero l’espansione dell’imperatore Traiano nel Medio Oriente.

Ben presto potrete avere la possibilità di visitare queste antichissime tombe. Le autorità saudite hanno infatti annunciato l’apertura del sito di Mada’in Salihl ai turisti di tutto il mondo. Una novità resa possibile grazie all’accordo firmato da Francia e Arabia Saudita, dopo la decisione del principe ereditario Mohammed Bin Salman di consentire l’ingresso nel proprio Paese ai viaggiatori con visti turistici.

Una svolta che potrebbe aprire a nuove prospettive e miglioramenti in campo ricettivo e infrastrutturale, in una zona ancora sconosciuta ai più. Per il momento il sito archeologico di Mada’in Salihl è raggiungibile solo con auto privata (oppure noleggiando una vettura con autista). Si trova circa 300 km a Nord da Medina, la grande città più vicina. Da qui servono più o meno tre ore di auto per arrivare. Ma lo spettacolo val bene l’attesa.

 

lunedì 23 aprile 2018

PARTIRIPARTI - NEPAL

Italiani pazzi per il Nepal: è la nuova meta delle vacanze

Il Nepal è da sempre considerato il Paese del trekking e del turismo d’avventura, ma non solo. Ecco perché gli italiani lo amano

 

Nel 2017 sono stati più di un milione i turisti che sono andati in Nepal, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente. Gli italiani sono passati da 9.900 a 12mila. L’obiettivo è quello di toccare la cifra record di 1.500.000 visitatori entro il 2020.

Per essere uno di quei Paesi nella lista dei posti sconsigliati dal nostro ministero degli Esteri non c’è male. Chi ci è stato sostiene che non c’è nulla da temere. È vero che l’immagine del Nepal era stata offuscata dal forte terremoto che aveva colpito il Paese nel 2015, ma grazie ai progressi in campo sociale, garantiti da una politica più stabile, si è evidentemente diffusa una percezione di maggiore sicurezza e di tranquillità che ben si affiancano alla leggendaria serenità della popolazione nepalese.

Il Nepal è da sempre considerato il Paese del trekking e del turismo d’avventura, forse è addirittura il principale hub asiatico – se non addirittura mondiale – per tutti gli appassionati di montagna. In Nepal, infatti, si trova la catena montuosa dell’Himalaya. Tre dei quattordici “ottomila” del pianeta sono sul territorio nepalese (Dhaulagiri, Annapurna e Manaslu); altri quattro sono condivisi con la Cina (Everest – la montagna più alta del pianeta –, Lhotse, Makalu, Cho Oyu) e il massiccio del Kangchenjunga è condiviso con l’India. E molte altre vette superano i 7.000 metri.

Ma il Nepal non è solo trekking. Ci sono antichi villaggi, templi e distese naturali meravigliose. Tra questi il Lago Rara, il più grande del Paese, compreso nel Rara Lake National Park, il più piccolo parco nazionale del Nepal. A un’altezza di 2.990 metri, è un’oasi di biodiversità eccezionale nonché l’habitat naturale di alcune specie a rischio come il panda rosso, l’orso nero dell’Himalaya e il leopardo.

Il Nepal è anche il Paese della spiritualità, il tema alla base del circuito buddhista che comprende Ramgram, nel cui stupa sono raccolte le reliquie del Buddha; Lumbini, il luogo di nascita del Buddha, e Tilaurakot dove lo stesso Buddha visse fino a 29 anni prima di incamminarsi in un percorso di illuminazione lontano dalle attrazioni materiali. Qui si può anche percorrere il sentiero sacro agli Hindu che la Regina Mayadevi, madre del Buddha, percorse il giorno di Luna piena del mese di Falgun portando con sé il neonato Siddharta Gautam.

Il Nepal è considerato anche la destinazione del Dharma. L’interesse crescente per alcune discipline come yoga, meditazione e la pratica delle cure tradizionali, solleticano l’interesse di molti turisti in cerca di un rifugio lontano dal disordine dei valori del mondo occidentale e una risposta ai propri interrogativi esistenziali.

Tra i progetti futuri del governo nepalese per attirare ancora più turisti c’è il potenziamento dei propri aeroporti, quello principale di Kathmandu, la Capitale, e soprattutto quelli di Bhairahawa-Lumbini e di Pokhara. Sarà anche costruito il nuovo aeroporto di Nijgad, a 175 km dalla Capitale, che si troverebbe in una condizione climatica più favorevole in quanto lontano dalle nebbie invernali che affliggono le piste di Tribhuvan.

La vocazione del Paese è verso un tipo di vacanza low cost, tanto che la città di Pokhara è stata eletta la Best Value City for Budget Travellers dalla rivista Forbes. Chi viaggia in Nepal sa di doversi adattare ad alloggi spartani e, a certe altitudini, anche di doversi fermare nei campi base dormendo nelle tende. Tuttavia in Nepal sono in costruzione anche hotel 5 stelle e 4 stelle, in grado di soddisfare le richieste dei viaggiatori più esigenti e abituati a godere di tutti i comfort. E agli italiani i lusso piace molto.

 

 

venerdì 20 aprile 2018

PARTIRIPARTI - WEEKEND IN BARCA A VELA

Weekend in barca a vela, ecco le mete irresistibili

Voglia di sole, vento e mare? Ecco le destinazioni per una vacanza in barca a vela che ti faranno sognare

 

Le vacanze in barca a vela non sono più per soli vip: basta avere voglia di sole, vento e mare… e le idee chiare sulla destinazione da raggiungere.

Una meta imperdibile in barca a vela è l’isola di Carloforte, a sud della Sardegna: un ambiente naturale ricchissimo di vegetazione mediterranea e tratti di mare dalle intense sfumature di blu. O, se preferite, potreste optare per il mare cristallino color smeraldo dell’Isola del Giglio nell’arcipelago toscano e magari spingervi poi fino a Giannutri per ammirare la sua particolare colonia di gabbiani.
Se non sapete decidere tra movida e tranquillità, un’accoppiata che mette tutti d’accordo è quella formata da Ponza e Ventotene, davanti al Golfo di Gaeta: animata e dinamica la prima, tranquilla e rilassante la seconda, ma accomunate da un mare azzurro e limpido e un paesaggio mozzafiato.

Un’idea più classica, ma che non passa mai di moda, può essere la triade formata da Capri, Ischia e Procida: veri gioielli del Mar Tirreno, con i loro scorci ormai iconici.

La barca a vela è perfetta per trascorrere qualche giorno di relax tra Stromboli, Panarea, Lipari, Vulcano e Salina: fare il bagno nelle loro calette o assistere alle piccole eruzioni dello Stromboli sarà un’esperienza indimenticabile. Sempre in Sicilia, le Egadi vi stupiranno con il loro mare blu e tratti di costa ancora inesplorati, dove la natura regna sovrana: veleggiare tra Favignana, Levanzo e Marettimo è una vera gioia per gli occhi.

Più a nord, lo spettacolo offerto dalle Cinque Terre vi lascerà senza fiato, con i suoi scorci di rara bellezza ancora più suggestivi se visti dal mare.

Ma non è solo l’Italia a offrire paesaggi da sogno: navigare nel mare cristallino della Croazia, tra le sue innumerevoli isole, sarà sicuramente un’esperienza da sogno. E perché non dirigersi verso la Costa Azzurra e quel paradiso naturale delle isole di Porquerolles? Oppure partite alla volta di Malta, dove le coste rocciose si alternano a spiagge sabbiose con profonde insenature e grotte naturali.

 

 

mercoledì 18 aprile 2018

PARTIRIPARTI - CANYONING IN UMBRIA

Canyoning in Umbria: la Forra del Casco, avventura per tutti

Chi pensa che il canyoning sia solo uno sport estremo, riservato a pochi, sbaglia. In Valnerina c’è un itinerario adatto a tutti

 

Siamo in Umbria, il cuore verde d’Italia, nella valle famosa per le Cascate delle Marmore, la Valnerina, che parte dai monti Sibillini e attraversando monti e colline arriva fino alle porte della città di Terni.

Percorrendo la Valnerina, tra i paesi di Scheggino e Ceselli, sulla destra orografica c’è una stretta valle solcata da un piccolo corso d’acqua che scende dalle colline circostanti attraversando boschi, orti e uliveti.

Ed è proprio all’inizio di questa valle laterale che abbiamo appuntamento con le guide del Centro Canyoning Natura Avventura.

Dopo i saluti di rito, ci forniscono tutta l’attrezzatura di cui abbiamo bisogno per affrontare la nostra avventura: una muta in neoprene, come quella per fare immersioni subacquee; casco; imbracatura da canyoning già pronta con moschettone, discensore a otto e longe…uno spezzone di corda con un moschettone.

Ci spiegano che c’è da fare una altro breve tratto di strada con le auto, ed poco dopo la piccola frazione di Pontuglia parcheggiamo le auto.

E’ tempo di preparare gli zaini, prendere le corde e la scorta di acqua e la nostra avventura può iniziare.

Per raggiungere l’inizio del canyon c’è da percorrere circa 40 minuti a piedi su di una vecchia mulattiera che, visto il cado di questo periodo, affrontiamo in costume da bagno e t-shirt e scarponcini da trekking!

Il percorso a piedi è panoramico e piacevole, ci da l’occasione di ammirare la valle e di capire dall’alto l’itinerario che andremo ad affrontare.

Il caldo inizia a farsi sentire, ma all’improvviso ad una curva del sentiero arriviamo ad una cascatella formata da un piccolo corso d’acqua, “le Pisciarelle” che ci permette una piacevole rinfrescata.
Poco dopo iniziamo a scendere verso l’ingresso del nostro canyon, ed una volta arrivati al torrente, non ci resta che indossare tutta l’attrezzatura e siamo pronti.

Pochi passi e siamo già al primo “salto”, è una piccola cascata, ma permette alle nostre guide di spiegarci regole fondamentali di comportamento quando si fa canyoning e farci provare l’attrezzatura che ci hanno fornito, così sotto il loro attenti occhi, capiamo quanto sia facile l’uso del discensore a otto!

Dopo poche decine di metri, la valle diventa un vero e proprio canyon largo non più di 2 metri con alte pareti scavate nella roccia.

Ora per proseguire bisogna scivolare sulla roccia levigatissima, avventurandosi in un ambiente incredibile ed affascinante.

Arriviamo alla prima e vera calata su corda, 6 metri, si fanno in fretta e si affina la tecnica che ci hanno spiegato poco prima. Ma non c’è tempo per rilassarci troppo le guide sistemano subito le corde per una nuova calata in un salto particolarmente bello che chiamano “l’orecchio” , questa volta l’altezza aumenta.

Il tratto del canyon dove siamo ora è stretto tra alte pareti a strapiombo, talmente alte che il sole fa fatica ad entrare ed illuminare, è qui che ci rendiamo conto del perché ci hanno fatto indossare le mute in neoprene.

Svoltata una stretta curva ci investe la luce del sole e il panorama si apre davanti, ma soprattutto sotto di noi.

Ancorato alla parete di roccia c’è un cavo di acciaio dove ci fanno attaccare le nostre “longe”, perché, ci spiegano siamo arrivati a “lu Casco dell’Acqua” l’alta e imponente cascata di quasi 30 metri.
Le emozioni sono tante quando rimani appeso ad una corda e piano piano inizi a calarti da simili altezze, anche sapendo di tutte le misure di sicurezza che le guide hanno preso per te.

Inizi a scendere lentamente, un po’ per l’emozione, un po’ per la paura, un po’ per l’adrenalina che ti fa rimanere concentrato. Ogni tanto l’attenzione va alla roccia dove appoggi i piedi, ogni tanto al panorama incedibile e ogni tanto alla cascata che ti scorre accanto e che a volte ti bagna con una piacevole “doccia”.

E prima di quanto avresti voluto arrivi ai piedi di questo monumento naturale, soddisfatto dell’impresa appena compiuta! Giusto il tempo di vedere i compagni come se la cavano nella discesa quindi si sistemano le corde negli zaini… una foto ricordo e si riparte, perché come ci dicono le emozioni non sono ancora finite!

Da questo punto la valle si apre di nuovo e i fianchi tronano ad essere ricoperti di vegetazione, dopo qualche scivolo si arriva ad un’altra scenografica cascata di 18 metri, ma ormai ci abbiamo preso la mano e sia noi partecipanti, che le guide, ci concediamo qualche piccolo scherzo spruzzandoci con l’acqua.

E ancora scivoli, corde e discese; la fatica inizia a farsi sentire anche se la tensione della cosa nuova ormai si è sciolta ed è rimasta solo la consapevolezza che questa incredibile avventura è giunta al termine, ed infatti siamo all’ultima discesa su corda, poi un breve sentiero in 10 minuti ci riconduce alle auto parcheggiate.

Mentre ci togliamo le mute e ci raccontiamo le emozioni della giornata appena trascorsa e ci rendiamo conto che per tutti era “la prima volta” ma ci diciamo che sicuramente non sarà l’ultima.
La bellezza e le emozioni questa giornata ci accompagneranno per molto tempo…in attesa della prossima avventura.

 

lunedì 16 aprile 2018

PARTIRIPARTI - LE SPIAGGE DELLA SICILIA TIRRENICA

Sulle spiagge più belle della Sicilia tirrenica

Dalla Riserva dello Zingaro a Scopello e Cafalù, questa parte di Sicilia offre tesori per tutti i gusti

 

Il litorale tirrenico della Sicilia, con il suo mare limpido e l’entroterra disseminato di agrumeti, uliveti, oleandri e rosmarini, ospita località incantevoli che abbinano impagabili testimonianze di un passato antico a mete enogastronomiche di sicuro interesse.

Dalla Riserva dello Zingaro a Scopello e Cafalù, questa parte di Sicilia offre tesori per tutti i gusti. Parchi naturali e riserve protette, dolci insenature sabbiose tra scogliere e faraglioni.

Il nome di Scopello deriva dal greco Skopelòs ovvero scoglio, a pochi chilomeri dalla cittadina di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. I faraglioni e l’antica tonnara, attiva fino a qualche anno fa, quando era praticata la pesca dei tonni, sono gli elementi più riconoscibili di questa nota località turistica. È un vero e proprio “museo del mare” di incomparabile bellezza, scelto anche come location da molte produzioni cinematografiche.

Ma Scopello è molto famosa soprattutto per la Riserva Naturale dello Zingaro. Appena fuori città, si incontrano 8 km di paradiso che arriva fino a San Vito Lo Capo e che viene visitato in ogni stagione da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Le sue acque limpide la rendono la prima riserva istituita in Sicilia. È ricca di piccoli sentieri, di rocce calcaree dolomitiche, di un susseguirsi di insenature, di scogli e di calette incontaminate.

L’area della riserva riveste anche notevole interesse archeologico per le importanti tracce lasciate dall’uomo, come la grotta dell’Uzzo. Nelle acque di Scopello, in certi periodi dell’anno, non è raro incontrare cetacei oceanici e osservare le evoluzioni dei capodogli. Sono però i fondali a regalare ai sub le emozioni più forti con spugne, anemoni e madrepori dai colori smaglianti.

Cefalù fa parte del Parco delle Madonie ed è inclusa tra i Borghi più belli d’Italia. È una piccola città di mare, con un pittoresco porticciolo dal quale si osserva il caratteristico fronte a mare della città murata, con gli archi che fanno da ricovero alle barche. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la provincia. Famosi sono la Calura con i suoi scogli, la torre di avvistamento degli inizi del XVII secolo e il promontorio di Santa Lucia. Oltre a essere amata da turisti italiani, sono molti anche gli stranieri, soprattutto francesi e tedeschi, che trascorrono l’estate qui.

 

giovedì 12 aprile 2018

PARTIRIPARTI - ILE DE BENDOR

L’isoletta al largo della Costa Azzurra che nessuno conosce

La minuscola Ile de Bendor si trova al largo di Bandol, tra Nizza e Marsiglia, ed è rimasta un paradiso nascosto ai turisti che ogni estate affollano la Costa Azzurra

 

Al largo della Costa Azzurra ci sono alcune isole famose che, se non le avete mai viste, vale la pena visitare. Tra le più celebri, le Iles de Lerins, di fronte a Cannes, e le Porquerolles, di fronte a Hyères. Pochi, anzi pochissimi, conoscono l’esistenza della minuscola Ile de Bendor. Questa isoletta si trova di fronte e Bandol, una località balneare a una cinquantina di chilometri da Marsiglia, più conosciuta per il suo ottimo vino prodotto nelle colline dell’entroterra che per le sue spiagge.

È proprio dal porticciolo di Bandol che ci si imbarca sul traghetto che in soli 7 minuti ci porta a Bendor. L’isola è accessibile tutto l’anno, ma è d’estate che si anima, grazie all’afflusso dei turisti che la visitano e dei pochi che soggiornano sull’isola nell’unico hotel.

Sull’Ile de Bendor non mancano piccoli cafè, ristoranti e negozi di souvenir, specie nel piccolo villaggio intorno al porto. L’intera isola è pedonale. Ci si muove solo a piedi o in bicicletta ed è quindi un vero paradiso naturale, lontano dal caos di Marsiglia, Cannes, Nizza, trafficatissime in qualunque stagione. Il periodo migliore per visitarla è la primavera, ma chi ci capita nei mesi di luglio e agosto non troverà comunque orde di turisti.

È bello passeggiare lungo i sentieri sterrati o rilassarsi su una delle calette di sabbia finissima. L’isola misura solamente 7 ettari ed è molto facile girarla.

L’isola era un approdo sicuro ai tempi dei Saraceni. Divenne di proprietà privata di un certo Conte Robert a un certo punto della sua storia. Fu più volte abbandonata, abitata e acquistata. Nel 1950 fu comprata da Paul Ricard, proprietario del liquore Ricard che si usa per preparare l’aperitivo più diffuso da queste parti, il pastis.

Ricard era un amante dell’arte e della natura e decise di trasformare l’isola in un piccolo paradiso, creando giardini di piante esotiche, facendo costruire casette colorate per i propri ospiti affacciate su splendide baie dalle acque turchesi. Ospitò anche molti artisti, tra i quali anche Salvador Dalì, che lasciarono sull’isola alcune delle loro opere tuttora visibili. Oggi l’isola appartiene ancora alla famiglia. Alcune delle casette sono state vendute e sono ora delle case vacanza (magari qualcuno le affitta anche).

Per i più curiosi, si possono visitare anche alcuni musei, come la galleria d’arte che ospita alcuni dipinti realizzati dallo stesso Paul Ricard, il Museo della pubblicità Ricard, che ripercorre la storia del marchio, e il Museo del vino con alcolici provenienti da tutto il mondo.

 

 

martedì 10 aprile 2018

PARTIRIPARTI - VIAGGI ULTRALUSSO

Ecco dove vanno in vacanza i super ricchi: le mete più cool

Le destinazioni di viaggio dei miliardari secondo Traveller Made, specializzato nei viaggi superlusso

 

Se siete fortunati li incrociate al Gate d’imbarco. Naturalmente, loro sono i primi a salire a bordo. Poi spariscono e non li vedete più. Dove vanno, cosa fanno… chissà. Stiamo parlando degli UHNWI ovvero gli Ultra High Net Worth Individuals. I viaggiatori super ricchi, in altre parole. Si rinchiudono al secondo piano della loro First Class dove possiamo solo immaginare cosa viene servito per cena e come sono trattati dalle assistenti di volo.

Spesso però i ricconi viaggiano con jet privati. Nessun orario di partenza, nessun limite di bagaglio, nessun passeggero ritardatario da attendere. Sì, perché esistono due circuiti di viaggi: i nostri e i loro.
Di solito i ricconi scelgono mete molto particolari. Dopo anni le scopriamo anche noi e le affolliamo. Nel frattempo, loro, i ricchi, se ne sono già andati da un’altra parte.

Secondo Traveller Made, specializzato nei viaggi superlusso e tailor-made (cuciti su misura), che più che dei viaggi sono delle esperienze, nel 2018 i milionari sceglieranno queste mete: al primo posto nelle destinazioni di lusso c’è il Ruanda, scelto perché qui si possono incontrare i Big Five e i gorilla, seguito da un altro Paese dell’Africa che suscita un grande fascino ovvero il Botswana dove fare i safari in una natura ancora incontaminata. E ancora, tra le scelte dei ricchi ci sono pure Zambia – tristemente famoso per le numerose riserve di caccia – e Zimbabwe dove sorvolare le Cascate Victoria in elicottero.

In questi Paesi ci sono lodge di lusso immersi nel nulla, costosissimi e con pochissime suite (o ville). Tra le nuove tendenze c’è quella di fare glamping, dormire in una tenda meravigliosa con tanto di bagno, piscina e spa che viene montata da un’intera squadra messa a disposizione nel punto più bello della savana. Scelto dal cliente naturalmente.

Oltre all’Africa, molto gettonato dai ricconi è anche lo Sri Lanka, che torna a essere una meta ottimale dove trascorrere la luna di miele. Ma non una di quelle che faremmo noi: una luna di miele incentrata sullo yoga e sulla meditazione, su cene a base di cibi vegani, bagni di sole all’ombra di palme spalmandosi di creme con fattore di protezione cento. Perché il sole, si sa, fa male ed essere troppo abbronzati è tornato a essere volgare come accadeva nel ‘700.

Supergettonati sono anche il Giappone, seguito dalle Maldive e dagli Stati Uniti. Niente Airbnb ovviamente. Solo attici di grattacieli con vista mozzafiato o water villa con servizio in camera.

Il Sudafrica, la Nuova Zelanda, la Francia, l’Australia, l’India, il Cile e la Grecia completano la classifica delle mete più richieste dai miliardari. Magari visitati a bordo di treni di lusso, di elicotteri e aerei privati, alloggiando nelle ville isolate con domestici e schiere di segretarie al seguito. Il budget per una vacanza di questo tipo? A partire da 30mila euro, almeno.

 

 

venerdì 6 aprile 2018

PARTIRIPARTI - REPUBBLICA DOMINICANA

La Repubblica Dominicana è il paradiso dei sub

Statue, formazioni rocciose e soprattutto barche: la Repubblica Dominicana è il regno delle immersioni, grazie ai suoi tanti tesori sommersi 

 

È, la Repubblica Dominicana, uno di quei luoghi che ai sub è in grado di regalare enormi sorprese e straordinarie esperienze. Perché, sotto le sue acque, ci sono dei veri e propri tesori, raggiungibili sia da sub esperti che da quelli alle prime armi. A partire dalla costa settentrionale di Puerto Plata che, con pochi minuti di navigazione, permette di raggiungere Three Rocks, uno dei punti d’immersione più famosi di tutta la Repubblica Dominicana. Siti a 9 metri di profondità, tre pinnacoli di roccia corallina si ergono su di un fondale di sabbia bianca e si lasciano lambire dai pesci damigella e dai pagri dalla coda gialla. Per un’esperienza tra gli animali e la natura.

Un’immersione adatta a tutti è anche quella che permette di raggiungere Cayos Los Siete Hermanos, i 7 isolotti formati da terreni e da sabbie di coralli soprannominati “i 7 fratelli”: nascosti a 3 metri di profondità, nella baia di Montecristi, non è necessario essere sub esperti per raggiungerli. Anzi, il luogo in cui si trovano è considerato il punto d’immersione più completo del Paese, per la ricchezza di paesaggi subacquei – che va dai fondali sabbiosi alle pareti rocciose – e per la sua posizione super favorevole, sempre riparata dai venti. Altrettanto semplice è la discesa verso il Museo Submarino Igneri Caribe Taìno, museo sommerso 3 metri sotto il mare – che, a Punta Cana, tra Playa Blanca e Playa Serena – conta 20 sculture scolpite dal celebre artista plastico Thimo Pimentel, chiamate a rappresentare l’eredità indigena della Repubblica Dominicana.

Nel Parco Nazionale di Cotubanamà, invece, l’Isola di Saona ha una superficie di 110 km2 e si raggiunge con un’escursione dalla spiaggia di Bayahibe, a La Romana. Qui, sub con diversi gradi d’esperienza, possono godere di spot straordinari: tra loto Punta Cacòn – che ha acque poco profonde e regala la vista di splendide aragoste tra le scogliere – ed El Catuano, regno degli squali gatto e delle razze.

Ci sono poi le escursioni riservate ai sub più esperti. Per la profondità a cui i relitti (naturali o artificiali) giacciono, ma anche per le correnti forti a cui sono esposti. Poco lontano da Samanà, ad esempio, c’è Piedra Bonita (anche detta “La Torre”), una delle località sommerse più affascinanti di tutta la Repubblica Dominicana. Sita a 60 metri di profondità – e proprio per questo consigliata solo ai divers d’esperienza -, è un’enorme roccia adornata da spugne, coralli e alcionacei. Infine, le navi.

La Enriquillo (RM-22), una nave lunga 44 metri e larga 10 che – donata dagli Stati Uniti alla Marina della Repubblica Dominicana nel 1980 – fu consegnata nel 2006 a Grupo Puntacana perché venisse inabissata nei dintorni di Playa Banca, a 18 metri di profondità, in un luogo esposto a correnti molto forti. Mentre, vicino alle Scogliere di Hemingway, riposa” ad una profondità compresa tra i 22 e i 34 metri la Tanya V, una nave lunga 60 metri e affondata nel 1999. Un luogo perfetto per ammirare meravigliosi coralli e spugne. Purché si sia dei sub esperti.

 


mercoledì 4 aprile 2018

PARTIRIPARTI - LANZAROTE

Scoprire Lanzarote, l’isola da sogno

L'isola di fuoco dell'arcipelago delle Canarie dove la lava incontra il mare

È uno dei posti più belli e caratteristici della Terra. È un’isola vulcanica e appartiene all’arcipelago delle isole Canarie, a circa cento chilometri dalle coste del Marocco. Lanzarote è la prima isola incontrata dalle rotte dei navigatori del passato e la prima a essere conquistata. Ma per arrivare sin qui occorre essere grandi amanti della natura e armati di santa pazienza, con tanta voglia di scoprire prima nuovi ambienti, poi se stessi.

Il clima a Lanzarote è più caldo e secco rispetto alle altre isole sorelle, a causa dei venti caldi provenienti dal Sahara che si alternano alle brezze dell’Atlantico. Né si può sperare nelle precipitazioni per un cambio climatico, decisamente poco efficaci a rinfrescare l’aria nonostante lo desiderereste tanto.

La salvaguardia dell’ambiente, la sua natura intatta, la sensazione di trovarsi in un ambiente primitivo, tutto incute una strana sensazione di mistero e di illusione. Non è un caso che quest’isola delle Canarie sia stata dichiarata dall’Unesco Riserva Mondiale della Biosfera.

Eppure non c’è una vera e propria flora: sembra più la vegetazione di un piccolo giardino, con aiuole ben curate, palme basse, tanti fiori e rari alberi secolari. Così irreale per essere un’isola nota per il suo grande impatto naturale.

Ma l’isola ha vari volti, che soddisfano tutte le esigenze del turismo balneare: dalla pianura di sabbia ai crateri delle eruzioni del 1730, dalle colline vulcaniche di La Geria ai blocchi di magma rappreso del Malpais de la Corona.

L’isola più Nord orientale dell’arcipelago spagnolo delle Isole Canarie ha una Riserva marina, un Parco nazionale e 12 spazi naturali protetti, un vero e proprio tesoro per tutti gli amanti della natura, del sole, del mare e dell’aria pura. Poi c’è la parte attrezzata, le strutture funzionali e i centri tutti ben organizzati: qui ci si può dedicare al diving e alla pesca, al windsurf e allo sci nautico, al golf e anche al tennis.

Le principali località turistiche si trovano sulla parte orientale dell’isola. Puerto del Carmen è un ottimo punto di partenza per chi voglia esplorare la parte meridionale dell’isola, in particolare il Parco Nazionale Timanfaya e la valle La Geria, la Playa Blanca e il Corralejo. Le parti di Costa Teguise, a Nord del capoluogo, sono note invece per le grotte di Jameos del Agua e Cueva de los Verdes, ma soprattutto per l’isola di La Graciosa, da raggiungere con i battelli che partono dal porticciolo di Orzola.