martedì 6 febbraio 2018

PARTIRIPARTI - PALERMO GOLOSA

Palermo golosa, tra ristoranti e street food

Capitale italiana della cultura e dell'arte contemporanea, con "Manifesta 12". Ma anche crocevia del gusto. Un’identità che, nel corso dei secoli, si è costruita attraverso il cibo. E che oggi è motore di rinnovamento e apertura internazionale. Ecco un tour tra  esperimenti etnici, fritture on the road nei mercati e antichi palazzi trasformati in oasi gastronomiche

 

Palermo capitale italiana della cultura nel 2018. Un motivo di orgoglio per il sindaco, Leoluca Orlando: “Oggi viviamo in una città attraente a livello internazionale e tutto questo l’abbiamo ottenuto dicendo che siamo mediterranei, cioè esaltando la nostra identità”. Un’identità che, nel corso dei secoli, si è costruita anche attraverso la gastronomia: con questa chiave di lettura Dove propone un viaggio alla scoperta dei sapori nel capoluogo siciliano, che vivrà tanti appuntamenti prestigiosi, fra cui la biennale di arte contemporanea Manifesta 12 (dal 16 giugno al 4 novembre).

Qui il cibo è festa, accoglienza, occasione per condividere tempi e spazi, come si è visto anche durante l’ultimo Palermo Street Food Fest, evento che celebra il cibo di strada e che, nell’ultima edizione di dicembre, ha registrato oltre 600 mila presenze. Il profumo e i sapori sono un richiamo anche a Palazzo Belmonte Riso, nel cuore del centro storico. L’edificio di fine Settecento, appartenuto ai Principi Ventimiglia di Belmonte, oltre a ospitare il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanearte contemporanea, offre l’occasione per gustare uno spuntino vegetariano al Freschette Caffè Riso, inaugurato la scorsa estate all’interno del palazzo.

Chi vuole assaggiare le specialità della cucina siciliana può fare pochi passi, lungo il vicino corso Vittorio Emanuele, e affidarsi alla chef palermitana Sarah Bonsangue, 33 anni, una laurea in giornalismo in tasca e un’altra vita in cucina: “L’atmosfera in città è veramente cambiata: gli abitanti si sono ripresi il loro centro storico. C’è un fermento di idee, progetti, speranze”. Bonsangue lavora a I Cucci, bistrot e ristorante sulla rinnovata piazza Bologni; le sue specialità sono il fritto di calamari su patate schiacciate allo zenzero, il baccalà “a sfincione” affumicato all’origano fresco di montagna e il celebre cannolo di Piana degli Albanesi.

“Questo è davvero il momento giusto per scommettere sulla nostra identità mediterranea, anche in cucina”, dice orgoglioso Gianni Pizzo, che nel suo locale sempre affollato, Pizzo e Pizzo, espone i piatti e gli ingredienti squisiti della gastronomia locale: bottarga di tonno, ma anche formaggi particolari come la Tuma Persa, che “si chiama così perché il pastore che l’ha inventata aveva dimenticato un secchiello di formaggio in una grotta. Quando l’ebbe ritrovata, e assaggiata, si rese conto di avere in mano una nuova ricetta”.

PALERMO: NIGHTLIFE E CULTURA

Le cose da vedere, in città, sono tante. Ai Cantieri Culturali alla Zisa, nel Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia, inaugurato a novembre, si visitano mostre interessanti. Altre esposizioni si tengono periodicamente nella Chiesa di Maria Santissima Annunziata, comunemente detta “La Pinta”, riaperta dopo un lungo restauro.
Per dormire in un posto insolito si può fare una sosta da Indigo Rooms, all’interno di Palazzo Lampedusa, dimora storica della famiglia di Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa e autore del romanzo Il Gattopardo. Finito di restaurare nel 2015, l’edificio ospita uno studio di produzione musicale che ha scoperto i più talentuosi artisti della scena indipendente siciliana. All’interno c’è un b&b dove si può vivere un’esperienza a tu per tu con gli artisti, usare gli spazi comuni, fare incontri interessanti.

Nelle strade del centro, sia il cuore storico, sia la zona elegante della città, il salotto dello shopping tra il Teatro Politeama e via Libertà, nascono in ogni stagione locali gestiti da giovani: la disoccupazione qui si fronteggia anche così, armandosi di pentole e padelle. L’associazione Molti Volti, per esempio, nel popolare mercato di Ballarò, ha fatto della multiculturalità del quartiere il proprio punto di forza: “Il nostro cuoco afgano è un ex comandante dell’esercito, profugo di guerra”, racconta Claudio Arestivo, fondatore dell’associazione. “Il menu ha sapori mediorientali e puntiamo molto sul cuscus di pesce”. L’internazionalità e l’accoglienza si respirano anche da Sciúrum, nuovo e bellissimo cocktail bar, con bistrot e ristorante, aperto da Nasser Charles Ayazpour, poeta e designer persiano, innamorato di Palermo. Il locale è pieno di oggetti di modernariato selezionati e restaurati dallo stesso Ayazpour.

Nei pressi del mercato della Vucciria (dal francese boucherie, macelleria), in un edificio del XVI secolo in cui lo scultore Antonio Gagini creava le sue opere, c’è il Gagini Social Restaurant: lo chef Gioacchino Gaglio, 34 anni, firma tagliatelle di calamaro, polpi alla griglia, cassate, servite anche a un tavolo comune dove commensali di tutto il mondo possono conoscersi e condividere esperienze. Perfetta sintesi di una città social, che per ripartire punta sugli ospiti e su se stessa, sul proprio passato e sui propri giovani. Con il motore potente della gastronomia. Per ultima, dopo cena, non va dimenticata una tappa nella piazza del Teatro Massimo. Le luci fanno brillare le facciate dei palazzi e nelle vie a pochi metri dal teatro, in una zona piena di locali, detta “la Champagneria”, si può attendere la notte. Con lentezza. E in (straripante) compagnia.